Premiata lo scorso 24 novembre, presso l’Auditorium S. Luigi in via Mario Pagano, a Trani, alla presenza del Dott. Pino Toro, Presidente Nazionale AIL, la Dott.ssa Ursula La Rocca per la tesi di dottorato di ricerca in “Immuno-mediated and hematological disorders”. Una ricerca per sostenere i pazienti affetti da leucemie, linfomi e mieloma.

Dottoressa, ci vuole spiegare cosa si intende esattamente per “ematologia”?

L’ematologia è una disciplina medica che si occupa delle malattie del sangue e degli organi emopoietici, che ne studia cause, diagnosi, trattamento, prognosi e prevenzione.

In che consiste la tesi di dottorato di ricerca in “Immuno-mediated and hematological disorders”? 

Ho condotto una tesi di dottorato di ricerca nell’ambito del° XXXIII ciclo della scuola di dottorato “INNOVATION IN IMMUNO-MEDIATED AND HEMATOLOGICAL DISORDERS” presso l’Università Sapienza, dal titolo “Donor specific anti-HLA antibodies in Hematopoietic Stem Cell Transplantation. A stepwise project to establish a better definition of their role and a desensitization strategy”, in italiano: “Anticorpi anti-HLA donatore specifici nel trapianto di cellule staminali ematopoietico. Un progetto per stabilire una migliore caratterizzazione del loro ruolo e strategie di desensibilizzazione”. Obiettivo del lavoro è stato quello di analizzare il ruolo dello sviluppo di anticorpi anti-HLA (alloimmunizzazione anti-HLA donatore specifica) nel trapianto di cellule staminali da donatore allogenico, condizione che comporta un elevato rischio di rigetto post-trapianto. Solamente il 30% circa dei pazienti ematologici candidati al trapianto allogenico, infatti, ha a disposizione un donatore perfettamente compatibile nel nucleo familiare; in tutti gli altri casi è necessario cercare donatori alternativi, nei registri di donatori di cellule staminali, o selezionare un donatore familiare non perfettamente compatibile (aploidentico). Nel caso di differenze immunogenetiche tra donatore e ricevente, possono essere rilevati anticorpi anti-HLA del paziente, prodotti in seguito a gravidanze o precedenti trasfusioni, e diretti verso gli antigeni del donatore. In tali situazioni, non è opportuno procedere con il trapianto, e si rende necessario selezionare un donatore con caratteristiche migliori di compatibilità. In molti casi, però, non c’è abbastanza tempo per attendere un donatore alternativo, ed è, quindi, necessario eliminare gli anticorpi con procedure di “desensibilizzazione”.

Nel nostro studio, tra il 2017 ed il 2020, abbiamo valutato tutti i pazienti con malattie ematologiche candidati a trapianto da donatore allogenico presso l’Ematologia della Sapienza, ed abbiamo sperimentato un trattamento “desensibilizzante” in tutti i pazienti che presentavano anticorpi donatore-specifici, in assenza di un donatore migliore, consentendogli di essere sottoposti a trapianto, senza sviluppare rigetto, né complicanze correlate al trattamento. Abbiamo, inoltre, coordinato uno studio in ambito GITMO (Gruppo Italiano Trapianto Midollo Osseo) per conoscere le modalità di gestione di questa problematica negli altri Centri Trapianto Italiani.

Quale impegno intende perseguire per l’AIL Bat?

Sono molto grata all’Ing. Leonetti ed all’organizzazione dell’AIL Bat per aver selezionato il nostro lavoro per questo riconoscimento, dandomi l’opportunità di condividere i nostri risultati. Vorrei sottolineare come l’AIL mi abbia, già in passato, dato l’opportunità di proseguire parte di questo lavoro.  Sarei felice di testimoniare l’impegno dell’AIL BAT nel sostenere i giovani impegnati nel campo dell’Ematologia e della ricerca, come già dimostrato negli anni precedenti con questa bella iniziativa.

A chi dedica questo riconoscimento?

Dedico questo riconoscimento a tutti i “maestri”, mentori, che ho incontrato nel mio percorso di formazione, che mi hanno insegnato ad amare questo lavoro, ponendomi domande a cui voler dar risposte, con l’obiettivo di dare ai nostri pazienti possibilità oltre i limiti attesi. Lo dedico, inoltre, ai colleghi, agli infermieri ed ai tecnici del Programma Trapianti dell’Ematologia e dell’Immunoematologia del Policlinico Umberto I, Sapienza, che hanno contribuito con entusiasmo alla realizzazione dello studio. Il mio pensiero va, infine, a tutti i pazienti incontrati in questi anni.

Progetti futuri?

Questo progetto ha diversi obiettivi non ancora completati, tra cui una migliore conoscenza dei meccanismi con cui gli anticorpi portano al rigetto. Auspico di poter continuare ad approfondire questi aspetti, per garantire ai pazienti coinvolti trattamenti sempre più specifici, mirati e rapidi, e poter accedere in tempi brevi al trapianto.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.