Luce ed Edison, un incredibile gioco di incastri, un ridicolo scherzo del destino o, se preferite, il naturale corso degli eventi, quelli che accadono perché devono, quelli che sembrano programmati a prescindere da tutto e tutti.

Quando Henry Luce nasce in Cina nel 1898, il Mondo è schiavo di se stesso, versa in condizioni omogenee, si sveglia al primo verso del gallo e si corica davanti a bracieri la cui fiamma si spegne con l’ultima storiella raccontata e romanzata dal nonno di turno. Perché il Mondo, in fondo, era sempre lo stesso, dappertutto, a qualsiasi latitudine, per qualunque ceto sociale. Henry Luce, più tardi, tornerà nella sua America, la fotograferà e da quelle immagini avrà origine una nuova visione del panorama globale culturale, un punto di vista nuovo ed elettrizzante, un giornalismo che, finalmente, toccherà le corde emotive della fantasia. Un’idea brillante, creare prima una rivista, Time, e dopo un settimanale, Life, praticamente due documenti che narrassero le gesta di grandi uomini, due curricula dedicati a chi aveva osato cambiare le dinamiche fisiche dell’esistenza e riacceso speranze di diversità.

In un’edizione speciale doppia, Life mise Thomas Alva Edison al primo posto tra le “100 persone più importanti negli ultimi 1000 anni”, la sua lampada ad incandescenza aveva illuminato il Mondo, cambiandolo radicalmente, restituendo colore ad una storia fatta di chiaroscuri. Un incredibile gioco di incastri, un ridicolo scherzo del destino o, dicevamo, il naturale corso degli eventi, quelli che associano due personalità distinte ad un unico nome, il sostantivo che acceca di energia. Edison e Luce, due rette che, casualmente, finiscono per intrinsecarsi, viaggiando parallelamente solo nell’immaginario collettivo.

Sia ben chiaro, Edison non aveva inventato nulla, un certo Heinrich Gobel l’aveva preceduto con meno successo, Thomas aveva saputo solo sfregare meglio la lampada e tirar fuori, con acerrima maieutica, un incredibile genio commerciale. Già, perché Edison, nonostante abbia ottenuto il record di 1.093 brevetti registrati a suo nome, è stato soprattutto un imprenditore, un onirico avventuriero di mercati, uno dei più prolifici progettisti del suo tempo.

Una testa calda, per restare in tema, un sensibile radar, insomma, l’intuizione applicata ad un curioso metodo di selezione lavorativa. Secondo la leggenda, infatti, pare che scegliesse i suoi collaboratori invitandoli a cena e chiacchierando al cospetto di una salutare zuppa. Un singolare colloquio mirato alla solita immancabile intuizione. Se questi mettevano del sale all’interno della zuppa, be’ allora potevano già considerarsi licenziati, perché in quel caso si erano presentati alla nuova esperienza con pregiudizi e gusti standard, senza aprire la mente alla strana percezione dello sconosciuto, dell’avveniristica scoperta, dell’eccitante illuminazione.

Molti fallimenti nella vita si segnalano da parte di quegli uomini che non realizzano quanto siano vicini al successo nel momento in cui decidono di arrendersi”(Thomas Edison)