“I Legami” è il nuovo progetto pensato dalle psicoterapeute Olga Naglieri e Aurora Ursi.

Un servizio di supporto psicologico ed educativo, rivolto a un’utenza eterogenea (bambini, adolescenti, genitori ed insegnanti), centrato fondamentalmente sul sostegno alla genitorialità. Abbiamo chiesto loro di parlarcene.

Ciao Olga e Aurora. Quali sono “i legami” che ad ogni bambino dovrebbe essere concesso di creare?

O: L’idea di dare vita al progetto “I Legami” nasce successivamente a piacevoli, costruttive e costanti chiacchierate tra noi ed un docente di scuola media superiore: Aldo. Il ragazzo,  attento e sensibile alle problematiche adolescenziali, denunciava il costante aumento di queste difficoltà e la conseguente difficoltà nel gestirle da parte di insegnanti e di genitori. Si tratta effettivamente di adolescenti difficili da sopportare. Vengono definiti cattivi, ribelli, antipatici, svogliati, arrabbiati. Ma spesso questi stessi ragazzi cattivi, sono ragazzi che soffrono. Di qui, la nostra necessità di veicolare un nuovo e rivoluzionario messaggio, che potrebbe aiutare gli adulti ad affinare le personali capacità empatiche nei confronti dei più giovani: E se non esistessero ragazzi cattivi, ma solo ragazzi infelici in cerca di maggiore comprensione?
A: Dobbiamo fare sempre un passo a ritroso, o meglio, in profondità: cosa c’è dietro, o meglio sotto, il comportamento ribelle o il comportamento svogliato di un adolescente? Sappiamo sempre meglio dalle neuroscienze che il nostro sistema nervoso si sviluppa, oppure non si sviluppa, secondo la qualità delle relazioni e degli affetti in cui siamo immersi durante l’età evolutiva. Siamo il prodotto dei legami instaurati con le nostre figure di attaccamento; in altre parole, la famiglia organizza la nostra struttura di personalità. Ecco allora l’importanza di legami che siano sani.

Nell’intro del vostro sito si sostiene che “i bambini amati diventano adulti che sanno amare”. Premettendo che si sta parlando del mestiere più difficile al mondo, da quale processo relazionale dovrebbe attingere una giovane coppia per garantire al proprio figlio un’efficace genitorialità?

A: Il progetto “I legami”, alla luce di tutto quello sopra esposto, si occupa maggiormente di sostegno alla genitorialità (unitamente, comunque, ad altre tipologie di servizi), poiché è sicuramente più facile intervenire sulla coppia genitoriale e sostenerla nel crescere figli sani e sicuri, piuttosto che modificare radicati e oramai strutturati stili di personalità disfunzionali nell’adolescente o nell’adulto, cosa più difficile, ma non impossibile! Detto questo,hai perfettamente ragione quando dici che stiamo parlando del lavoro più difficile al mondo; quindi, ci preme chiarire, prima di andare avanti, che il nostro non vuole essere un monito, un rimprovero nei confronti dei genitori, bensì un aiuto, una guida che, attraverso un dialogo attento ed una riflessione empatica, possa fornire ai genitori i “giusti occhi” per guardare al proprio figlio.

O: Per essere concreti: se il figlio percepisce il fatto che, qualsiasi cosa accada nella sua vita, di grande o di mediocre che sia, i suoi genitori ci saranno sempre, svilupperà un atteggiamento di fiducia nei confronti della vita, costruirà una rappresentazione di sé forte e positiva, diventerà un adulto che affronterà la vita in modo sano e costruttivo. Facile? Assolutamente no; ma contare sull’aiuto e sul sostegno di figure esperte riduce i vissuti di inadeguatezza da parte dei genitori e allevia i loro stati di ansia e sentimenti di colpa.

Il vostro progetto ammicca, soprattutto, all’ambiente scolastico, inteso come prima importante prova per il bambino di gestione dei conflitti e di adattamento sociale. Che ruolo ricoprono gli insegnanti nell’attività psicoeducativa dei più piccoli?

O: Freud, padre della psicanalisi, sosteneva che i mestieri più difficili al mondo sono, nell’ordine, il genitore e l’insegnante. Siamo tutti d’accordo nell’affermare che tale deduzione è ancora oggi molto veritiera. Per i più piccoli, l’insegnante assume il ruolo di figura di riferimento nel delicato processo di interazione con il mondo esterno e con il gruppo dei pari. All’insegnante viene richiesta oggi una maggiore specializzazione rispetto al passato.

A: Con il progetto “I Legami”, dunque, vogliamo essere presenti anche nelle scuole, a supporto degli insegnanti. Abbiamo strutturato veri e propri percorsi formativi per docenti, con l’obiettivo di trasmettere loro una serie di competenze per sintonizzarsi a livello affettivo con gli alunni. Siamo convinti che, attraverso una gestione più efficace dell’insegnamento, anche gli allievi troveranno giovamento in termini di miglioramento del rendimento scolastico, crescita del senso di responsabilità e dell’autodisciplina, incremento del desiderio di apprendere e collaborare, ed incremento dell’autostima. A questo proposito, permettici di invitare i lettori a seguire la nostra pagina Facebook de “I Legami” o visionare il nostro sito web www.i-legami.it tramite i quali possono attingere informazioni più dettagliate in riferimento ai servizi che offriamo ed in riferimento agli incontri informativi e formativi per i genitori e docenti.

Un problema recente nella scuola italiana sono i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Le strategie per superarli sono “rimedi” ad personam o rientrano in un meccanismo cognitivo e strutturale più ampio?

O: Un ulteriore servizio che offriamo è proprio rivolto alla diagnosi e al potenziamento dei disturbi specifici dell’apprendimento. I DSA comprendono la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia. Questi disturbi possono presentarsi isolati, ma più spesso coesistono. Vengono definiti “specifici” perché interessano uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Esistono differenti strategie per meglio aiutare l’alunno a fronteggiare le difficoltà che porta con sé ed è giusto parlare di personalizzazione dell’apprendimento, ovvero, l’uso di strategie didattiche finalizzate a garantire a ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva e coltivare le proprie potenzialità intellettive. In altre parole, la personalizzazione ha lo scopo di far sì che ognuno sviluppi propri personali talenti. Per tale motivo viene utilizzato il PDP, ovvero, il Piano Didattico Personalizzato che è un contratto fra docenti, istituzioni scolastiche, istituzioni socio-sanitarie e famiglia per individuare e organizzare un percorso personalizzato, nel quale devono essere definiti i supporti compensativi e dispensativi che possono portare alla realizzazione del successo scolastico degli alunni con DSA.

A: Oltre a tutte le varie strategie didattiche, riteniamo sempre che sia fondamentale la cornice affettivo-relazionale che fornisce estrema importanza alla qualità della relazione insegnante-alunno ma soprattutto una grande attenzione nei confronti delle emozioni, degli stati d’animo e dei sentimenti dell’alunno, risorsa preziosa per un percorso di aiuto.

Esistono legami duraturi?

A: Ci piace pensare al fatto che esistano e, in realtà, sono numericamente maggiori i casi in cui i legami familiari, i legami di coppia, i legami amicali durino per sempre, rispetto a quelli che si interrompono. Ora sappiamo che nella relazione con l’altro, non portiamo solo il nostro corpo, ma la nostra struttura emotiva, i nostri personali e individuali meccanismi di adattamento che tendiamo a riproporre, il modello educativo ben stampato nella nostra testa, i ricordi di come siamo stati trattati e le aspettative su come desideriamo che l’altro ci tratti, le nostre credenze ed i nostri valori.

O: Tutto questo bagaglio di aspetti interiori, poi, deve bene incastrarsi con il bagaglio che l’altro porta con sé e trovare il giusto incastro richiede sforzo, impegno, dedizione ed un profondo sentimento di amore. Tutt’altro che facile, ma certamente non impossibile.