…che qualche volta ci azzeccano!

Caro Direttore,

ogni tanto mi viene il sospetto di vivere in un tempo dove, fra il dire e il fare, non c’è di mezzo il mare ma la convinzione che il dire equivale al fare. La faccenda riguarda il mondo, e dunque anche il nostro paese. L’altro giorno ho incontrato al panificio una signora di età che ha troncato una discussione sul governo con un sicuro “il cambiamento già si vede”. Frase ambigua che lei ha tradotto: “Tutti uguali già dalla Democrazia cristiana… Adesso finalmente…” Ah ecco.

Ci ho messo un po’ a riprendermi, poi ho pensato che i partiti storici, democristiani, comunisti e socialisti ricostruirono un Paese distrutto dalla guerra, ma non avevamo i tg, Fb, Twitter e altre diavolerie per farsi belli in tempo reale con un selfie, magari. Ma la gente comune li giudicava dal miglioramento delle proprie condizioni di vita. Banalmente.

Oggi, a essere seri, l’alleanza gialloverde M5S-Lega non ha ancora partorito nulla di significativo, a parte il mostro Dignità, ma la signora è convinta che abbiano cambiato il Paese, perché annega nei messaggi quotidiani del faremo questo e faremo quello, cioè il famoso Contratto che ogni giorno perde un pezzo o s’annacqua. E la signora non vede neanche che i gialloverdi non sono d’accordo su quasi nulla.

Nazionalizzare le autostrade dopo la tragedia di Genova? Di Maio va sparato per il sì, Salvini non ci pensa neanche, Conte sta in mezzo come una moneta che cade in piedi. L’elenco degli accordi-disaccordi sarebbe lungo, ma lascio perdere perché alla signora e agli altri tifosi gialloverdi non interessa, tanto il cambiamento lo vedono già, loro.

A me viene piuttosto un sospetto. Al di là di abbracci e malintesi fra il birraio di Pomigliano e il ministro da osteria, l’unica intesa fra i due è di crescere nei sondaggi per andare poi al duello finale per la conquista del governo, ognuno per sé. La mancanza di un’opposizione, col PD piuttosto tramortito, favorisce il disegno. E Salvini, ancor più di Di Maio, a questo lavora. Come finirà?

Azzardo un pronostico guardando il Nord, per nulla convinto dell’alleanza con Grillo. Salvini va avanti a raccogliere voti, solleticando le peggio paure del popolo, i negri innanzitutto. I voti arrivano, come si è visto. A come usarli ci penserà il mondo moderato che nella Lega pesa con Giorgetti, Maroni, Fontana, Zaia, cioè il Paese che produce più ricchezza della Germania. Sarà finalmente una destra democratica, che raccoglierà spinte liberali e conservatrici, ma non contrarie all’Europa. Una democrazia Cristiana tipo bavarese. Con quel che resta di Berlusconi, potrebbe essere maggioranza per governare.

In questo scenario, i grillini potrebbero rapidamente squagliarsi, non avendo una classe dirigente all’altezza né un territorio ricco e fertile alle spalle. La protesta scivolerà verso un adattamento. I grillini torneranno a essere quel baraccone da strada, che è la vera identità del vaffa. Lo scontro Nord-Sud sarà impari.

Ricomincerà a quel punto la rinascita del PD o di altra formazione di centro-sinistra, che dovrà marciare nel deserto prima di tornare a essere competitiva con la destra. E sempre che non ceda alla tentazione di allearsi con gli avanzi dei grillini “di sinistra”. Perché cercare sponde nel movimento degli incompetenti sarebbe la pietra tombale. E la nuova Lega durerebbe un secolo.

Caro Direttore, questo articolo può risultare il fatuo esercizio di un uomo spaventato dell’attualità vuota di fatti e strabordante di parole. Forse il mio desiderio di vedere nascere una destra non eversiva varrà quanto le previsioni del tempo. Mi affido alla possibilità che qualche volta le previsioni del tempo risultino esatte, pur nell’imprevedibilità del tempo.


Fontehttps://pixabay.com/it/tempesta-allarme-meteo-attenzione-2660931/
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Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).