Nel 2015 lo scrittore Alessandro Leogrande ha pubblicato il libro “La frontiera”. Fra le storie raccontate anche le 28 leggi del viaggio.

Un libro coraggioso e dettagliato “La frontiera“, come tutti quelli dello scrittore tarantino. Un libro che “ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la storia degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura, causata anche dal colonialismo italiano; ci racconta l’altra frontiera, quella greca, quella di Alba Dorata e di Patrasso, e poi l’altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani e i loro soprusi, nella violenza della periferia romana e in quella nascosta nelle nostre anime”.

Un libro – La frontiera – che a un certo punto si ferma ed offre al lettore “le 28 leggi del viaggio”: le tavole della legge del migrante. Sono leggi che non scrive Leogrande, solo le raccoglie. A scriverle sono Sinti e Dag, due etiopi rifugiati che vivono a Roma. Prima di partire da Addis Abeba non sapevano che avrebbero dovuto sottostarvi. Lo scoprono solo in seguito, settimana dopo settimana, mese dopo mese, frontiera dopo frontiera. Quando hanno la tranquillità per farlo, dopo il loro arrivo in Europa, le appuntano sulle pagine di un quaderno a righe. Pensano che sia la cosa più importante da fare per mettere in guardia quelli che sarebbero partiti dopo di loro.

Le leggi del viaggio

  1. Non mettersi mai in viaggio con fratelli, mogli, fidanzate, genitori.
  1. Condividere solo con gli amici piu stretti, una o due persone, l’intenzione di partire.
  1. Il giorno della partenza non salutare le persone care per non rendere ancora piu dura, se non impossibile, la partenza.
  1. Avere disponibilità di soldi, dal proprio paese o da altri parenti all’estero.
  1. Avere una forte motivazione che ti spinge a partire.
  2. Avere un forte autocontrollo durante il viaggio.
  3. Avere molta pazienza soprattutto con le altre persone, nelle lunghe attese, negli imprevisti.
  1. Saper scegliere, quando e possibile, gli intermediari.
  2. Sapersi mettere nelle mani di qualcuno senza mai fidarsi ciecamente.
  1. Poter contare sull’aiuto di un amico speciale con cui si è partiti, o di cui si è fatta la conoscenza durante il viaggio, e sulla cooperazione all’interno di un ristretto gruppo di persone che si affratellano.
  1. Essere molto cauti e non interferire in nessuna faccenda che ti possa mettere in pericolo.
  1. Avere fortuna.
  2. Avere la forza di decidere, la capacità di fare una scelta e seguirla. Non essere indeciso davanti alle scelte fatte.
  1. Avere determinazione e volontà.
  2. Saper prevedere quello che puo succedere.
  3. Essere pronto a qualsiasi eventualità, anche la piu terribile.
  4. Mantenere viva la convinzione del perché del proprio viaggio.
  1. Non lasciarsi intrappolare e confondere dai perché nelle situazioni disperate: “perché proprio a me?”, “perché questa ingiustizia?”, “perché questa violenza?”, “perché non posso vivere in pace?”, “perché sono finito qui?”.
  1. Avere immediatamente chiara la risposta a questi perché: “perché non potevo piu restare”, “perché non posso tornare”, “perché ho cominciato e devo andare fino in fondo”, “perché forse questo tempo passerà”.
  1. Mantenere saldo il proprio obiettivo finale per non perdersi nelle difficoltà.
  1. Avere coraggio.
  2. Mantenere viva non la speranza, che in tante situazioni e persa, ma la capacità di uscire fuori dalle situazioni, passo dopo passo, momento per momento.
  1. Per chi ha fede: pregare ogni notte per ritrovare un po’ di pace interiore.
  1. Non avere paura di chiedere, essere consapevoli dei propri diritti anche quando vengono brutalmente negati, mantenere la propria dignità a tutti i costi.
  1. Per chi è timido, pauroso, riservato: sconfiggere la paura di prendersi con determinazione, e anche con rabbia, ciò che gli spetta.
  1. Diventare saggiamente egoisti per aiutare se stessi, non necessariamente contro gli altri, ma per darsi una chance di sopravvivenza in più.
  1. Adattare il proprio carattere e spirito alla situazione, sapersi imporre quando è necessario.
  1. Non guardarsi indietro.