La “Fondazione Cini” di Venezia ha deciso di allestire una mostra in suo onore, da visitare entro il 24 novembre
Regista, drammaturgo, romanziere, poeta e, soprattutto, artista concettuale. Emilio Isgrò incarna la creatività italiana nel Mondo. Il suo nome spicca a livello internazionale anche grazie alle quattro partecipazioni alla Biennale di Venezia (1972, 1978, 1983, 1992), e ai Premio ricevuti, sempre nel 1992, alla Biennale di San Paolo e al MoMa di New York.
Nato a Barcellona Pozzo di Gotto nel 1937, Isgrò ha dato vita alla cosiddetta forma artistica delle ”cancellature”, corrente che ha attecchito fin dai primi Anni Sessanta, quando l’artista siciliano trasformò manoscritti, libri, enciclopedie e pellicole cinematografiche, annerendo interi testi utilizzando scritture geometriche che dessero più importanza alla confezione che al contenuto. La parola lascia spazio al linguaggio laconico, breve e conciso, capacità visiva che sfugge, solo apparentemente, alla comprensione, una Sindrome di Stendhal a cui abbandonarsi completamente, in un profondo ottundimento dei sensi, lucide traveggole fedeli al ritmo incalzante di uno spartito armonico, pochi termini, disseminati qui e là, alla rinfusa, fino a comporre colonne sonore lessicali, aforismi di vita da risolvere come un enigmatico rebus.
La “Fondazione Cini” di Venezia ha deciso di allestire una mostra in suo onore, da visitare entro il 24 novembre: “Il tema che affronto per questa mostra alla Fondazione Cini di Venezia, città dove nel 1964 nacquero le prime cancellature, non può che essere quello del linguaggio. – precisa Isgrò – Per questo mi è parso necessario ricorrere alla tradizione biblica filtrata dal Moby Dick, il meraviglioso romanzo di Melville. Sarà l’opera cancellata di Melville a contenere quindi tutte le altre e chi entra alla mostra si lascerà accompagnare nel ventre della balena, ovvero il ventre del linguaggio mediatico che copre con il rumore il proprio reale e disperante silenzio”.
L’installazione, inoltre, attingerà anche dalla collezione privata di Isgrò e verranno esibite opere fra cui “Il Cristo Cancellatore”, 38 volumi cancellati dal Centre Pompidou di Parigi, “Weltanschauung”, una cartina geografica lunga nove metri del Centro d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, la “Storia rossa, La corsa di Alma” (1969) dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno, il “Corpus Iustinianeum”, del 2018, “Poesia Volkswagen“ (1964), dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma.