Nel 1948, il celebre Eduardo de Filippo scrisse una commedia dal titolo: Le bugie con le gambe lunghe. Menzogne, ipocrisie e falsità sono il filo rosso di questa commedia, che rappresenta il dramma di una società e anche il modo di intendere la famiglia fondato sulla menzogna.
Popolarmente si dice, attingendo dalla espressione della fatina con Pinocchio, nell’opera di Collodi, che le bugie hanno le gambe corte. Questa contraddizione mi ha ricordato un dramma narrato dalla Bibbia: la figura di Giobbe. Tutta la sapienza biblica infatti insegnava che il giusto era benedetto e che i malvagi venivano puniti. Secondo la sapienza ebraica tutto era fondato sull’idea della retribuzione, cioè il bene comportava ricchezza, salute e benedizione mentre, viceversa, il male sciagura, povertà e disperazione.
Giobbe mette in discussione questo schema, anche se i suoi amici fanno di tutto per incolparlo. Al termine della sua vicenda, Dio stesso renderà ragione a Giobbe della sua giustizia. Ciò deve fare molto riflettere perché, a causa di tante ideologie, molteplici menzogne continuano ad essere ancora perpetuate. Basti pensare storicamente al Medioevo, dagli storici riscoperto e valutatissimo, ma nel senso comune richiamato come segno dispregiativo. Basti pensare a decenni di inganni delle ideologie politiche sulla gente che coltivava la speranza di un mondo migliore.
Nella commedia di Eduardo, in un passaggio, si afferma che è bene dire le bugie che la gente preferisce, per non rischiare di essere picchiati. La menzogna ha dunque le gambe lunghe e continua ad essere perpetrata. Il primo modo per accogliere la verità è dunque ricercarla, senza fermarsi all’apparente; il miglior modo di vivere non è dunque il così fan tutti, ma l’anelare al vero, anche a costo di sentirsi talvolta più soli o addirittura isolati.
Ci sono calunnie che hanno rovinato l’intera esistenza di persone che non hanno potuto vedere giustizia, poiché la verità è venuta a galla dopo la morte. Le bugie hanno le gambe lunghe perché non si ha il coraggio di fermarle e, come l’olio, si espandono velocemente. La menzogna è la scelta più comoda, perché acquieta la coscienza addormentandola. Il coraggio della verità chiede la testimonianza, termine che in greco si esprime con l’espressione martirio.
Le fake news, prima dei social, appartengono a tanta storia insegnata, senza la scientificità delle fonti, ed all’ipocrisia su cui la società poggia, nascondendosi attraverso pseudo-valori. Avremo ancora il coraggio di ripetere la fake news che le bugie hanno le gambe corte? La menzogna non va lontano solo lí dove ci sono testimoni, meglio martiri, della verità.