L’autunno sarà caldo perché i somari muovono la leva politica e i competenti devono arginarli

Caro Direttore,

sento in giro parlare di prossimo “autunno caldo”. Quando ero ragazzo, l’espressione richiamava le manifestazioni operaie che in genere riguardavano i rinnovi dei contratti di lavoro. Questa volta si allude al governo che dovrà mettere nella legge di bilancio tutte le attese suscitate dal Contratto con la maiuscola, firmato dagli alleati-contendenti del governo gialloverde, cioè 5 stelle e Lega, cioè Matteo Salvini e Giggino Di Maio.

Non so quanto sarà caldo il prossimo autunno, ma so che potrebbe essere incandescente nel braccio di ferro fra i Dioscuri del Cambiamento, preoccupati più della sorte dei loro partiti che delle sorti dell’Italia. La campagna elettorale quotidiana non ha bisogno di interpreti.

In realtò, la competizione quotidiana, ammantata di reciproci salamelecchi, è la sostanza politica di questo governo, per il resto – cioè per quello che interessa agli italiani – è del tutto “tecnico”. Le poltrone principali sono occupate da tecnici, infatti: Conte, premier; Tria al Tesoro, Mogavero agli Esteri, Savona agli Affari Europei. I quattro pilastri dell’esecutivo non sono eletti dal popolo. Ricordate le bordate di insulti a Monti e Renzi, non eletti dal popolo? Bè, fate uno sforzo.

Ora il governo ircocervo, mezzo tecnico e mezzo politico, è nato perché l’esercito di parlamentari della maggioranza gialloverde non riesce a esprimere né uomini affidabili né uomini competenti. I tecnici fanno quello che possono per reggere la massa d’urto dei Dioscuri, provano a salvare capra e cavoli, ma è assai difficile che riescano a lungo in questo compito estenuante. Parlo innanzitutto di Tria, economista preparato, europeista quanto Padoan e Monti, attento ai conti. Il quale Tria deve spiegare tutti i giorni a Di Maio che i Mercati non sono le bancarelle di Posillipo, che i Mercati sono quelli che ci prestano i soldi per andare avanti e crescere anche, nonostante i nostri 2.323 miliardi di debito pubblico. Cosa assai difficile da spiegare a un ragazzo che sta all’economia come i somari stanno ai cavalli di razza.

Ora, l’autunno sarà caldo per questa ragione, e cioè che i somari muovono la leva politica e i competenti devono arginarli. Salvini sui conti glissa e cambia parere ogni mezz’ora, ché tanto il suo “nemico” è l’Europa, e per combatterlo viene buono tutto, anche i negri brutalizzati sulla nave Diciotti. Di Maio batte i soliti tasti del Contratto che prevede oro, incenso e mirra per tutti. E il povero Tria ogni giorno deve spiegargli che i soldi non son tutto nella vita, ma nei governi sì, specie quando campi a debito.

È facile prevedere che questa storia andrà avanti fino all’autunno, poi con le elezioni europee, poi con le nuove elezioni in Italia, in modo che Salvini e Di Maio possano tentare l’assalto a Palazzo Chigi, con tanti saluti a Conte, che sembra un manichino della Standa e come tale finirà. Ma l’Italia? L’Italia, seguendo i due Consoli, non andrà da nessuna parte senza l’Europa. Venderemo il nostro debito a russi e cinesi? Ma senza l’Europa saremo una caccola nel Mediterraneo. E poi accadrà quello che accadrà. Il fascismo autarchico durò vent’anni e lasciò l’Italia a pezzi. Lo sfascismo gialloverde durerà meno perché, ai primi rovesci, morirà di social, la stessa arma che gli ha consentito di nascere e vincere.

I somari possono durare un po’, brucando il cardo rosso e turchino, ma non possono governare un Paese serio.


Fontehttps://it.wikipedia.org/wiki/File:Torrita_Palio_dei_Somari-2.jpg
Articolo precedenteLE RADICI DEL CONFLITTO IN YEMEN
Articolo successivoNasce ad Andria la prima Scuola per Genitori
Pugliese errante, un po’ come Ulisse, Antonio del Giudice è nato ad Andria nel 1949. Ha oltre quattro decenni di giornalismo alle spalle e ha trascorso la sua vita tra Bari, Roma, Milano, Palermo, Mantova e Pescara, dove abita. Cominciando come collaboratore del Corriere dello Sport, ha lavorato a La Gazzetta del Mezzogiorno, Paese sera, La Repubblica, L’Ora, L’Unità, La Gazzetta di Mantova, Il Centro d’Abruzzo, La Domenica d’Abruzzo, ricoprendo tutti i ruoli, da cronista a direttore. Collabora con Blizquotidiano.  Dopo un libro-intervista ad Alex Zanotelli (1987), nel 2009 aveva pubblicato La Pasqua bassa (Edizioni San Paolo), un romanzo che racconta la nostra terra e la vita grama dei contadini nel secondo dopoguerra. L'ultimo suo romanzo, Buonasera, dottor Nisticò (ed. Noubs, pag.136, euro 12,00) è in libreria dal novembre 2014. Nel 2015 ha pubblicato "La bambina russa ed altri racconti" (Solfanelli Tabula fati). Un libro di racconti in due parti. Sguardi di donna: sedici donne per sedici storie di vita. Povericristi: storie di strada raccolte negli angoli bui de nostri giorni. Nel 2017 ha pubblicato "Il cane straniero e altri racconti" (Tabula Dati).