La rincorsa dei film italiani all’Oscar è iniziata: ecco la situazione di quest’anno.

Alla fine l’ha spuntata “A Ciambra” di Jonas Ash Carpignano. L’appuntamento è fissato per il 4 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles e il docufilm sulla comunità rom, prodotto da Martin Scorsese, raffigurerà il Belpaese negli States.  La lunga corsa agli Oscar 2018, per 14 film italiani, era già iniziata, ed è stato un percorso a tappe costellato da tanti ostacoli e, probabilmente, qualche imprevisto. Come quello che fermò la scalata verso la statuetta d’oro al docufilm di Gianfranco Rosi, “Fuocoammare”, esperimento sociale forse troppo innovativo e realistico per i votanti dell’Academy le cui preferenze, spesso, sono legate a relazioni o a criteri di distribuzione promossi Oltreoceano, a discapito, della qualità artistica offerta, negli anni, dall’Istituto Luce e Cinecittà.

Diventa, così, sempre più complicato emulare le gloriose gesta di Roberto Benigni e Paolo Sorrentino con “La vita è bella” e “La grande bellezza”. A provarci, lo scorso 26 settembre, davanti ad una commissione di esperti, presso l’Anica, sono stati, fra gli altri, “Fortunata” di Sergio Castellitto, sorretto da una major come l’Universal, “La tenerezza” di Gianni Amelio e “L’equilibrio” di Vincenzo Marra, pellicole che si candidavano, prepotentemente, ad entrare nella short list dei “magnifici 9”.

Erano in molti a scommettere anche su “Call me by your name” di Luca Guadagnino, ma il film venne considerato fuori concorso per essere stato girato esclusivamente in lingua inglese. Spiccavano, invece, “Cuori puri” DI Roberto De Paolis e “Sicilian Ghost Story” di Grassadonia&Piazza. Facile pronosticare la sfortunatasorte della dolce commedia “Tutto quello che vuoi” di Francesco Bruni e dell’esordiente Fabrizio Maria Cortese con “Ho tutto in paradiso”.

Un formidabile bigliettino da visita sarebbe potuto essere anche il Globe della stampa estera per “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu, mentre “L’ordine delle cose” di Andrea Segre, “La vita in comune” di Edoardo Winspeare  e “Una famiglia” di Sebastiano Riso rappresentavano, con il film di animazione “Gatta Cenerentola”, i veri outsider della kermesse.

Insomma, la contesa cinematografica italiana è partita. Chi trionferà? Al red carpet l’ardua sentenza…


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.