La donna teneva gli occhi su quella rivista e di tanto in tanto sottolineava qualcosa con un pennarello verde.

Marty le stava seduta davanti cercando di calcolare la distanza tra i due sedili.

-Un metro?

– Forse.

– Per sicurezza meglio spostarsi sul sedile a fianco – pensò  mentre  andava recuperando antiche reminiscenze matematiche. – In un triangolo rettangolo, l’ipotenusa, è il  più lungo dei tre lati…

– Se mi sposto, guadagno almeno una trentina  di centimetri. Ottimo. Mi metto al sicuro.

E così,   quasi distrattamente, spostò la borsa accanto al finestrino e prese posto sull’altro sedile, portandosi in diagonale rispetto alla donna .

Che poi, a pensarci bene, sembrava una precauzione inutile, tanto quella era assorta nella sua lettura e il fiato gli andava dritto dritto sulla rivista.

  • Meglio non rischiare. Chi era quella donna? Da dove veniva? Era del posto? Era …sana?

Un fiume di domande attraversava la sua mente ed era assolutamente inutile cercare di fermarlo. Ormai era sempre così, quando si trovava vicino a qualcuno: partivano pensieri. Anche là, su quel treno semivuoto, preso all’ultimo momento.

In lontananza una ragazza con le cuffiette parlava, gridava in realtà, al cellulare. Colse al volo quell’occasione. Inaspettata pausa al flusso delle sue domande.  Si mise all’ascolto della sua conversazione telefonica.

La giovane parlava con la nonna.  La ringraziava per un regalo ricevuto. Nonostante il volume, il tono era gentile, affettuoso. Riconoscente.

Si sporse a cercare la ragazza. Era giovane. Piercing sulle labbra e una massa di capelli rosa-fucsia. Affondava in un giubbotto di tela nera. Anfibi militari ai piedi e un accenno di gonna sulle gambe, sottili, nude. Un viso trasparente e una spessa traccia nera a segnarle gli occhi. Splendenti.

Un insieme di magnifici contrasti.

-Non tutto è perduto – pensò .- La gratitudine non è stata dimentica.

Sorrise a se stessa, dimenticando le paure, l’angoscia per il futuro, la diffidenza. Tutto.

Volse il capo verso il finestrino dall’altro lato del treno.  Si attraversava la campagna.  Gli ulivi si intrecciavano al cielo.  Qua e là, spiccavano piccole macchie di colore; tenui boccioli di fior di mandorlo,  evanescenti  capolini di mimosa. Il cielo si muoveva rapido, sopra di loro, in un rincorrersi di figure fantastiche.  Istintivamente tirò su con il naso, Marty, immaginando l’odore dolciastro della aria, là fuori.

Voltò il capo verso la donna seduta davanti a lei.

Anche  lei, allontanato  finalmente lo sguardo dalla sua rivista, stava riempiendosi gli occhi di quel panorama.

  • Bello, vero? – disse Marty- La primavera sta arrivando.
  • La Vita non si ferma – rispose la donna sorridendo.

La foto  in copertina gentilmente offerta da Martina Tobio.


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Sono un’insegnante di Matematica e Scienze che adora raccontare ed ascoltare storie. Ho scoperto il potere terapeutico del racconto in un particolare momento della mia Vita e da allora scrivo storie che prendo in prestito dalla realtà. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo libro, È solo questione di tempo. La mia vita, una favola, edito da EtEt, casa editrice con sede ad Andria. Nel 2016 ho frequentato un corso di scrittura creativa con Tommy Dibari, coautore di trasmissioni televisive e scrittore. Nel 2019 viene pubblicato, edito da Progedit, il mio secondo libro, Ti prometto il mare, racconto fiabesco incentrato su storie di donne. Sempre nel 2019 ho frequentato un corso di scrittura creativa con Luigi Dal Cin, autore di libri per ragazzi ed insegnante presso la scuola Holden. Profondamente convinta del valore etico della comunicazione, nel 2019 ho perfezionato le mie competenze con un master in PNL, Programmazione Neuro Linguistica Bio-etica seguito e, nel 2021, con un master in Coaching bio-Etico, conseguiti entrambi presso il centro di formazione Ikos di Bari.