…in un corso Erasmus+ per dirigenti scolastici

Sono stato invitato a tenere un Corso di aggiornamento per Dirigenti scolastici in Turchia nell’ambito del progetto Erasmus+  School Education Accreditation n. 2022-1-TR01-KA121-SCH-000064501.

Il Corso, realizzato dall’Unità di ricerca e sviluppo della Direzione provinciale dell’Istruzione nazionale di Osmaniye, si è svolto dal 17 al 21 luglio 2023 presso il centro Mihatpaşa.

Il tema del corso è stata la definizione degli obiettivi per una gestione scolastica efficace.

I partecipanti, una ventina, erano tutti dirigenti scolastici dei diversi ordini di scuole.

Ogni giornata ha avuto un focus specifico: gli studenti, i docenti, le famiglie, la gestione amministrativa.

Le sorprese per me sono state tante, sia per quanto riguarda la Turchia in generale, sia per quanto riguarda il suo contesto scolastico.

Non mi è mai capitato in quasi vent’anni di dirigenza scolastica di essere invitato ad un corso di aggiornamento in un gruppo ristretto di colleghi, confrontandosi con un relatore, magari straniero, in un clima di completa apertura. Giorno dopo giorno, ho visto ben chiari i pregiudizi che ci ostacolano verso l’Altro, in questo caso verso il popolo turco.

Prima di tutto il clima di cordialità, nonostante l’ostacolo della lingua e la presenza costante di un’interprete (l’apostrofo ci sta tutto!).  Del resto, la mancanza di conoscenza dell’Inglese è un ostacolo pressoché costante nei progetti Erasmus!

Temperatura oltre i 40° ma le scuole turche hanno l’aria condizionata e di pomeriggio gli studenti frequentano le scuole [1]. Tutte le scuole superiori di Osmaniye sono aggregate in un Campus esattamente come l’Università.

I colleghi hanno analizzato il sistema scolastico italiano, verso il quale nutrono grande rispetto e si sono sentiti rassicurati nel vedere che le loro scuole sono al passo con l’Europa: in effetti, gli strumenti di lavoro dei dirigenti e dei docenti sono gli stessi (piattaforme, registro elettronico, etc..).

Pian piano ad essere imbarazzato ero io: è la quarta volta che vado in Turchia ed ho visitato molte scuole. Ebbene, in una popolazione demograficamente esplosiva, si resta sorpresi nel vedere che ci sono scuole con meno di trecento alunni, dirigenti giovanissimi, scuole pulite, curate, con misure di sicurezza pienamente adeguate.

Conviene sapere che l’obbligo scolastico in Turchia dura fino ai 18 anni (Italia 16) e che non esiste la bocciatura: semplicemente si ottengono dei voti e, se i risultati ai test nazionali per l’accesso all’Università non sono molto buoni, si rischia di dover aspettare o di andare in una sede meno prestigiosa. Certo, la competizione è forte.

Altra sorpresa: l’Università è pubblica e gratuita.

I colleghi dirigenti ascoltavano molto attentamente per capire in che direzione vanno i “Digital natives” e la mia impressione è che la conflittualità intergenerazionale sia lì ancora piuttosto contenuta.

Ovviamente non è un mistero che Herdoğan (leggi Erdohan) ha accentuato l’influsso islamico sulla società turca: si vedono molte donne con il capo coperto, accanto a ragazze in minigonna. Per questo, quando sono stato invitato a visitare una scuola statale islamica, un po’ di curiosità c’era. Questo tipo di scuole sono considerate elitarie. Hanno classi distinte, maschili e femminili; hanno anche una stanza per la preghiera distinta per sesso. Devo però ribadire che anche lì ho visto un clima di massima apertura, nel pieno rispetto, ovviamente, di differenze a volte irriducibili. Anche per questo i progetti Erasmus+ sono davvero preziosi, perché mettono alla prova i pregiudizi e le mistificazioni, che abbondano, purtroppo.

Per esempio, all’ingresso di tutte le scuole turche c’è sempre un busto di Mustafa Kemal Ataturk, il padre della patria, con accanto di solito una sua citazione. Per un Italiano lì davanti la memoria va al Duce (soprattutto di questi tempi!). Salvo poi scoprire che Ataturk è stato il fautore della laicizzazione della Turchia. È  stato lui a volere l’accantonamento dell’alfabeto arabo. È  stato lui ad indicare alla Turchia la direzione europea. È  stato lui a permettere alle donne turche di votare ben prima delle donne italiane. Forse i successori non hanno avuto la stessa intraprendenza: basti pensare che nel 1924 Ataturk invitò in Turchia il più democratico dei pedagogisti occidentali, John Dewey, per chiedere proposte di riforma del sistema scolastico. In Italia, ricordiamolo, all’epoca imperava Giovanni Gentile. Dewey scrisse un Rapporto che fu pubblicato solo nel 1939 ed alcune sue proposte furono accolte.

Tornando ai partecipanti al corso, alcuni hanno indicato anche alcune buone pratiche: per esempio uno di loro nella scuola dell’infanzia ha l’abitudine di trattenersi con le insegnanti per qualche minuto alla fine delle lezioni; un altro organizza picnic con le famiglie, per accorciare le distanze; c’è chi prepara una festa di accoglienza ai docenti nuovi arrivati nella scuola.

Tornando alle citazioni di Ataturk, in una presidenza ho trovato questa:

“Il destino di una Nazione dipende dall’educazione e l’educazione dipende dagli insegnanti”.

Aggiungerei: dunque il destino di una Nazione non dipende dai nazionalisti. Intelligenti pauca.

***

[1] Qualcuno potrebbe chiedersi perché le scuole italiane, soprattutto al Sud, non hanno l’aria condizionata. La risposta è che gli Enti locali, proprietari degli immobili, non adeguano gli impianti elettrici e la loro potenza.


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Sono nato a Barletta nel 1956; ho insegnato Lettere per 23 anni e sono stato dirigente scolastico dal 2007 al 2023. Mi sono dedicato allo studio di vari aspetti della storia locale e sono membro della Società di storia patria per la Puglia; ho censito, trascritto e tradotto le epigrafi di Barletta. Per i tipi della Rotas ho pubblicato il romanzo-saggio “Ricognizioni al giro di boa”. Da molti anni mi interesso di religioni (specialmente il Buddhismo Mahayana) e di dialogo interreligioso. Ho avuto la fortuna di avere tre figli e ora di essere anche nonno! Da settembre 2023 sono in pensione: si dice tecnicamente "in quiescenza" ma è un po' difficile fermarsi. Gioco a tennis, mi piace molto viaggiare e credo molto nel lifelong learning. Sono stato cooptato in Odysseo da Paolo Farina :) e gli sono grato per avermi offerto uno spazio per parlare di scuola (e non solo) fuori dall’ambito formale/ istituzionale.