Nato in Inghilterra alla fine dell’Ottocento, il Burlesque rappresenta un gioco, la burla, appunto, quel balletto sensuale che, con barlumi di nudità, tange le fantasie degli spettatori, senza tuttavia mai essere volgare. A parlarcene è Cira Marangi, originaria di Montemesola (Taranto), raffinata interprete della seducente danza.

Ciao, Cira. Quali sono le origini del Burlesque e come si è evoluto fino ai nostri giorni?

Il Burlesque deriva dalla parola burla, ovvero scherzo giocoso; nasce in Inghilterra alla fine dell’800. Nel Burlesque ci sono balletti piccanti e sensuali. Con il passare del tempo però l’interesse per il Burlesque tendeva a scemare. Per questo aggiunsero quel pizzico di nudità, mai volgare anzi molto elegante.

Cosa ti ha spinto ad intraprendere questa carriera e in che modo riesci ad incastonarla fra le altre tue attività?

Avevo 18 anni quando sono andata a vivere a Milano per studiare in un’Accademia di Musical e ho iniziato così un percorso lavorativo alquanto diverso da quello che è adesso. Ho lavorato come ballerina in uno dei cabaret più famosi a Parigi, “Nouvelle Eve” e da lì mi si è aperto un mondo! Causa Covid son dovuta ritornare in Puglia così ho deciso di aprire una scuola di danza e un’agenzia di eventi e spettacoli “Sublime Rouge” a Grottaglie.

Ho conosciuto così Antonio Pizzolorusso, detto Totò, che mi ha invitata nel suo fantastico ristorante “Retroscena” ad Andria, come ballerina di Burlesque. Sarò molto onesta, fino ad allora non avevo mai praticato il Burlesque; così giorno e notte iniziai a cucire vestiti, ventagli di piume e tutto ciò che poteva servire per offrire lo spettacolo più bello di sempre! Posso dire che il Retroscena è stato il mio trampolino di lancio. Quindi ora mi divido tra corsi di danza e mi dedico all’organizzazione di vari spettacoli.

È possibile individuare il confine che separa il semplice voyeurismo dall’arte del burlesque? In questo senso quanto ha aiutato la tua impostazione classica?

Ma io penso che il voyeurismo non abbia nulla a che vedere con il Burlesque. Come ho detto prima, è una danza molto espressiva e sensuale, ma mai volgare, anzi molto ironica. La linea è molto sottile e bisogna essere in grado di non superarla.

Fare Burlesque significa anche avere padronanza del proprio corpo e io ho imparato ad amarmi con il tempo e grazie ai miei studi e ai sacrifici fatti fino ad ora, sono arrivata ad essere ciò che sono.

Progetti futuri?

L’unico progetto di vita che ho da quando sono piccola è quello di creare una famiglia. Tutto il resto verrà da sé, proprio come è successo fino ad ora.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.