Sento profonda stranezza per ciò che sta accadendo, eppure si può trovare una via d’uscita fatta di bellezza.

Anche la quarantena, quando ad imperare è un’epidemia, è un’opportunità. La prima opportunità è uscire fuori da quella stressante ordinarietà che spesso non ci permette di scegliere, ma di subire un tempo dettato da altro o altri. C’è un’opportunità, per chi non ha tempo, di pregare o di meditare, di leggere o di mettere in ordine tanto disordine nel cuore.

C’è un’opportunità per fermarsi in famiglia, per rileggere i vecchi ricordi o andare a guardare le foto di tanti momenti che hanno reso unica la nostra vita. È questo tempo un’opportunità per scoprire quanto ci manca ciò che è apparentemente unico e banale. Per tutte le volte che gli altri sono stati causa di problemi, il diverso un limite alla nostra realizzazione e l’altro colui che ci fa paura. È arrivato il momento per poter dire, con tutta serenità, che il posto di quell’antagonista è preso dal nostro protagonismo. Ora facciamo noi paura agli altri, ed è per noi che adesso non c’è posto. Siamo noi i portatori del male, per cui bisogna chiudere i confini e a cui non bisogna dare ospitalità.

Il nemico più grande non si vede, eppure è in grado di mettere in ginocchio le più grandi certezze. Questa quarantena è una possibilità per riflettere sulla vita che ci riserva altri momenti del genere a tutti. Momenti in cui l’altro non gradisce la tua vicinanza, semplicemente perché non sa ciò che puoi lasciargli. In maniera ridondante ci viene ricordato come l’igiene sia fondamentale. Sappiamo tutti come esista un’igiene dei pensieri e del cuore. È questa un’epidemia che può essere rallentata, se non sconfitta, con un senso comune di collaborazione e con l’igiene.

Che questa “epidemia” non sia un’opportunità per riflettere che il bene è sempre comune e che, attraverso l’igiene dei pensieri e dei cuori, possiamo sconfiggere virus molto più pericolosi, che i laboratori non hanno ancora individuato? Vorrei che questa quarantena ci facesse aprire gli occhi sull’altro, sul “virus” dell’avidità e dell’arroganza che lascia su ‘titubanti soccorsi’ molte più vittime. Siamo sempre connessi e proprio per questo possiamo capire meglio che c’è un di più che appartiene alla persona, che travalica la bontà dell’economia, c’è un di più dell’appartenenza umana che va oltre ogni passione sportiva. Vorrei tanto che questa quarantena comune porti frutti di guarigione medica, ma anche che possa renderci guaritori per altre “pandemie” che attanagliano il nostro mondo e che non vogliamo guardare.

LEGGI LE ALTRE PERLE DI SAGGEZZA