«Conoscere è impossibile. Comprendere è necessario»

(Primo Levi)

La pagina dei ricordi #modeon

Madrid, 22 febbraio 2020.

Il giorno prima ero a Domodossola e il telegiornale contava in rigorosa diretta il numero dei primi contagi da Covid. Coronavirus lo chiamavano, solo coronavirus.

Annullare quei giorni a Madrid? Partire? Che cosa fare? Forse era il momento più giusto per prendersi una pausa da quel Nord Italia che aveva tutta laria di presagire un disastro nemmeno immaginabile. Al telefono qualcuno mi disse una cosa impensabile, ma si sa, Impensabile e impossibile non sono sinonimi”… Lo avevo scritto mesi prima e non sapevo di aver buttato giù una specie di profezia.

Se continuasse così, bisognerebbe fermare il mondo per quindici giorni, ma totalmente. Qualcosa tipo negozi chiusi, industrie ferme, bisognerebbe chiudersi in casa. Ma sto farneticando: come lo fermi il mondo per quindici giorni?”.

Mentre ascoltavo queste parole ero in piedi davanti alla finestra del bagno, guardavo le Alpi e non fiatavo. Nemmeno in quel momento sapevo che chi mi parlava, come me, aveva vesti profetiche.

La scelta fu quella di partire: le prime mascherine comprate a carissimo prezzo in farmacia, incapaci di indossarle. Cappelli, occhiali da sole, guanti di gomma e piccole bottiglie di alcool etilico in ogni tasca… le precauzioni di chi stava improvvisando.

Spagna, laria non era la stessa del Nord Italia, la gente sembrava vivere ancora tranquilla, noi italiani eravamo gli appestati.

La pagina dei ricordi #modeoff

Bari, 17 novembre 2023.

Sembrano passati sei secoli. E invece sono passati “solo” quasi quattro anni.

L’impressione è quella di un popolo (quasi tutto) che è andato avanti, i cui sopravvissuti hanno patito tanto, capito poco, imparato niente.

Si sono lamentati sempre, non hanno ringraziato mai.

Hanno dimenticato tutto, quasi tutti.

Di già.


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Sono una frase, un verso, più raramente una cifra, che letta al contrario mantiene inalterato il suo significato. Un palindromo. Un’acca, quella che fondamentalmente è muta, si fa i fatti suoi, ma ha questa strana caratteristica di cambiare il suono alle parole; il fatto che ci sia o meno, a volte fa la differenza e quindi bisogna imparare ad usarla. Mi presento: Myriam Acca Massarelli, laureata in scienze religiose, insegnante di religione cattolica, pugliese trapiantata da pochissimo nel più profondo nord, quello da cui anche Aosta è distante, ma verso sud. In cammino, alla ricerca, non sempre serenamente, più spesso ardentemente. Assetata, ogni tanto in sosta, osservatrice deformata, incapace di dare nulla per scontato, intollerante alle regole, da sempre esausta delle formule. Non possiedo verità, non dico bugie ed ho un’idea di fondo: nonostante tutto, sempre, può valerne la pena. Ed in quel percorso, in cui il viaggio vale un milione di volte più della meta ed in cui il traguardo non è mai un luogo, talvolta, ho imparato, conviene fidarsi ed affidarsi.