In mostra fino al 6 maggio, presso il Museo Diocesano San Riccardo, in via De Anellis, 48, ad Andria, le opere dell’artista Anna Suriano spiazzano lo spettatore lasciandogli libera interpretazione, abbandonandolo alla materia dei sogni, un’installazione onirica che colpisce per luminosità e carica energetica, è la pittura che incontra la scultura in un gioco di colori e dualità che si fanno unicum. A parlarcene è la stessa Anna.

Ciao, Anna. Sarebbe pertinente definire “materico” il tuo stile pittorico?

Direi che potremmo definirlo “materico” per lo spessore del colore che richiama la lavorazione dell’argilla nelle mie precedenti esperienze artistiche.

Non attribuire alcun nome ai tuoi ultimi lavori rappresenta il pungolo interpretativo necessario dell’arte figurativa?

È il pungolo essenziale affinché l’utente dell’opera possa riconoscere nella mia espressione artistica le sue personali emozioni.

Il contorno nero delle opere, a mo’ di cornice, conferisce al soggetto più centralità luminosa nell’utilizzo dell’olio su tela?

L’uso del nero ai bordi della tela è finalizzato a definire l’opera, a darne spessore e risalto senza invadere e distogliere l’attenzione dal contenuto del quadro. La luminosità dei colori ad olio fa il resto.

Laddove fosse riscontrabile, qual è il fil rouge che unisce la scelta cromatica dei dipinti con la malleabilità delle sculture in bronzo?

Più che la cromaticità direi che il file rouge è dato dalla matericità degli elementi e dai sentimenti che si concretizzano nell’opera.

Progetti futuri?

Dipingere e sperimentare nuove forme d’espressione.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.