Ci tocca ancor del volto farci scherno
celandolo col vil pezzo di stoffa,
sperando che sia l’ultimo d’inverno…
Inutil dir qual sia figura goffa
quando t’addentri nella rivenditura
come in quel tal che vende pizze ed offa:
smarrito, più che Dante in selva oscura,
t’arresti sulla porta appena entrato
dacchè d’un tratto, sottratta è la visura.
E com quel tal di notte addormentato,
destato d’improvviso dalla moglie,
che di rumor, fa un ladro in casa entrato,
crudele, da Morfeo l’abbraccio toglie
a lui ch’ha sacro l’onirico ufficio
e non comprende il diamin che lo coglie,
tal tu sei, messo piede in panificio,
dacchè t’investon sciroccosi venti…
per occhialuto uomo: un maleficio!
Oh urbi et orbi tutte eccelse menti,
che il metaverso andate diabolando…
pensate, invece, a far spannar le lenti!
Il panificator, ti chiede, blando,
cos’è che vuoi acquistar al suo d’interno…
disinforcando il vitro, vai pensando:
speriam che sia di l’ultimo l’inverno.