L’antimafia e le mafie, la Chiesa, il sostegno ai magistrati, le leggi sulla corruzione e per i reati contro l’ambiente, ma anche una presa di distanza dall’antipolitica e dalle politiche contro gli immigrati; infine, Dossetti e l’Europa.

Si è già detto di una giornata davvero speciale: la XX Giornata della Memoria e dell’Impegno, in ricordo delle vittime innocenti di tutte le mafie. In almeno 200.000, a Bologna, hanno marciato e manifestato per urlare il loro “no!” a tutte le mafie.

Ma quando sul palco di Piazza VIII Agosto è salito don Ciotti, la tensione ha raggiunto l’acme.

“Ci hanno rubato la legalità e il senso della parola antimafia” – ha scandito don Ciotti – “Oggi con forza dobbiamo dire che le mafie e la corruzione sono due facce della stessa medaglia. Non si può andare avanti così, non si possono avere mezze leggi fatte di compromessi e giochi di equilibrio. Le mafie sono tornate veramente molto, molto forti, non sono infiltrate, ma radicate. Mi fa anche piacere una Chiesa che sa guardare in cielo ma non si dimentica e non si distrae rispetto ai problemi della terra”.

Il leader di Libera ha ribadito la vicinanza a tutti i magistrati: “Sì, forse qualcuno di loro è passato dall’altra parte, ma la stragrande maggioranza combatte e io voglio ricordarli facendo un nome per tutti: quello di Nino Di Matteo”.

Inutile dire che, di qui in poi, ogni singola battuta di don Luigi è stata scandita da applausi scroscianti.

Come quando don Ciotti ha aggiunto: “Stiamo attenti! Con la corruzione non si scende a patti e sembra che qualcuno, in Italia, non voglia una legge contro la corruzione”.

“In realtà – ha proseguito – in Italia, la mafia non ha più bisogno di infiltrarsi: ha trovato porte aperte e, certe volte, anche comitati di accoglienza”.

A proposito di accoglienza, don Ciotti non fa il nome di Salvini, ma tutti i presenti pensano al segretario della Lega Nord, quando ascoltano: “C’è qualcuno in Italia che si preoccupa di cacciare gli immigrati. Noi gli diciamo di preoccuparsi di cacciare i mafiosi e di mettere fine al monopolio delle organizzazioni criminali”.

Ancora: “È brutto dire questo, ma è la verità: il vero problema non sono solo i poteri illegali, ma, dobbiamo dirlo con forza, sono anche i poteri legali che si muovono illegalmente”.

Persino la Banca d’Italia, ricorda don Luigi, parla da anni nei suoi rapporti di corrotti che siedono nei consigli di amministrazione di enti pubblici. Davanti a questo: “Non possiamo! Non possiamo! Nessuno di noi può ascoltare in silenzio, senza reagire! Dobbiamo invece ascoltare la voce di chi porta avanti il suo impegno quotidiano, fatto di sacrifici”.

Ciotti ha poi ricordato le vittime delle stragi della stazione di Bologna (2 agosto 1980) e di Ustica (27 giugno 1980), ma anche quelle del genocidio di Sebrenica (11 luglio 1995) e ha aggiunto: “Dobbiamo imparare dalle vittime delle stragi”. Rivolgendosi a tutti i familiari delle vittime, presenti ai piedi del palco, ha proseguito: “Dobbiamo imparare da loro. Sono qui per testimoniare che ci vuole più coraggio, che dobbiamo aiutarci tutti e tutti dobbiamo avere più coraggio”.

Sorprendendo qualcuno dei presenti, Don Ciotti non si è risparmiato un passaggio in cui ha preso le distanze dall’antipolitica. Indirizzandosi alla piazza, ha esclamato: “Vi prego, amici, dobbiamo sempre essere capaci di distinguere per non confondere. Perché nella politica troviamo persone che ci credono, che si impegnano: certo, tra i politici ci sono i mascalzoni, ma la stragrande maggioranza di loro sono persone che ce la mettono tutta. Occorre distinguere sempre, per non confondere le cose belle con quelle non positive. In questo senso, lo facciamo con rispetto, consapevoli delle difficoltà, ma al mondo della politica, lo diciamo come siamo capaci, chiediamo: abbiate più coraggio!”

Parole che non hanno impedito a leader di Libera di chiedere che venga finalmente annullato il vitalizio a quanti, deputati e senatori, sono stati condannati in via definitiva per reati di corruzione e associazione mafiosa. E qui si può facilmente immaginare quanto le sue dichiarazioni siano state sottolineate dall’applauso della folla.

Ce n’è anche per le ecomafie: “Chiedo che sia approvata in maniera definitiva la legge per l’introduzione dei reati contro l’ambiente e che questo avvenga senza toccare una virgola. Lasciatemi ricordare quanti hanno perso la vita per difendere le terre così violentate nella loro natura, tanto che su quelle terre la gente continua a morire”.

Avviandosi a conclusione, il pensiero di don Ciotti si è aperto all’Europa, ma solo dopo aver citato Giuseppe Dossetti, un padre costituente, un europeista non un esterofilo subalterno: “Siamo a Bologna, terra cara a Dossetti. Allora diciamo ancora una volta che occorre un’Europa capace di ragionare non solo in termini di cifre e di bilanci, ma anche di rispetto delle identità e dei bisogni fondamentali delle persone.