Cosa comporta la libertà di essere libero?
Il codice di Norimberga del 1946, ha questo nome per il riferimento ai medici nazisti, porta una trasformazione radicale della persona da oggetto di sperimentazione a soggetto di libera scelta. I medici nazisti, tradendo il giuramento di Ippocrate, trattavano gli uomini come oggetti di potere senza limite. Per questo si dice che dal codice di Norimberga nasce un nuovo soggetto morale, tale perché non è soggetto al potere altrui. Il potere medico e politico, storicamente, hanno dimostrato di non restare nei loro limiti e di travalicare il senso della giustizia.
C’è un nuovo modo di guardare la persona e dunque un capovolgimento di prospettiva. Alla luce di ciò, nel 1948, la costituzione della Repubblica tedesca si apre con questa affermazione: “La dignità umana è inviolabile”. Tale citazione sarà di capitale importanza, tanto da essere ripresa successivamente dalla Carta Europea. In Italia, invece, l’articolo 32 della Costituzione Italiana, sul diritto fondamentale alla salute, dice che “la legge non può violare i diritti posti dalla persona umana”. I poteri politici, che avevano avuto un potere senza limiti, adesso pongono al centro il diritto del soggetto e di ogni singolo cittadino. È sottolineato dunque il principio di autodeterminazione.
Autodeterminazione significa attribuire una sovranità su di sé, avere cioè un esercizio di potere in quanto persona interessata. Il nascere liberi ed uguali è ormai un diritto acquisito, dopo le rivoluzioni francesi ed americane; questo principio ha illuminato le riflessioni culturali e giuridiche per trasformare una norma di diritto in prassi sociale. La legge, a differenza del passato, non può più violare i limiti del rispetto imposto sulla salute della persona umana. Dalla Organizzazione Mondiale della Sanità si dà questa definizione di salute: “La salute è lo stato di benessere fisico, psichico e sociale”. Si comprende dunque che la salute non solo è solo questione di malattia, non solo il corpo, ma la vita tutta, di cui il valore primario è il bene della persona umana. Se la salute coincide con la vita, si attribuisce alla persona un potere prima sopraffatto dal potere medico e politico.
Oggi sarebbe importante chiedersi se i diritti, come quello di autodeterminazione, siano realmente compresi. Il vero dramma, purtroppo, è la mancanza di discernimento sul vero bene. È importante riconoscere che le istituzioni pubbliche devono entrare più profondamente nella storia delle persone, perché la diversità di ciascuno possa dare pienezza all’eguaglianza riconosciuta. Nella dittatura del consumismo e dell’omologazione culturale, saprà l’uomo comprendere sé stesso e risollevarsi alla libertà vera? La rivoluzione del consenso informale e quello della dignità pongono la persona al centro. Il principio del consenso informale diventa imprescindibile. La vera sfida diviene dunque conoscere il bene per poterlo scegliere, poiché è libero chi conosce, comprende e sceglie. Chi vuole autodeterminarsi allora deve prendersi la libertà di essere libero in una società che, non di rado, delega la fatica delle proprie scelte ad altri.