“La Grande Avventura” è anche un viaggio fra cuore e mente dell’inclusione. Ce lo racconta l’incontro organizzato dall’associazione Hi Nic Human’s inclucation (Noi Insieme Consapevolmente), con l’assessore regionale al welfare Rosa Barone, il consigliere regionale delegato per la cultura Grazia Di Bari, la dirigente dell’I.C. Jannuzzi-Di Donna Lilla Bruno e l’autore Michele di Corato. A fare gli onori di casa, il presidente Nicola Basile a cui abbiamo rivolto qualche domanda.
Come e con quale obiettivo nasce l’associazione Hi N.I.C. (Noi Insieme Consapevolmente)?
L’associazione Hi Nic Human’s inclucation Noi insieme consapevolmente, nasce da un mio bisogno primario, scaturito da una esperienza di inclusione forzata (come molto spesso avviene), vissuta nell’età scolare e dalla conseguente tesi di laurea magistrale “Dall’inclusione all’inclucation”.
Dal lavoro di ricerca è emerso che dal punto di vista legislativo, l’Italia è molto all’avanguardia dal punto di vista delle leggi sull’inclusione, esistono associazioni più o meno “consapevolmente” orientate all’inclusione ma… manca il soggetto fondamentale: la volontà da parte della società di “includere”, di accogliere, di abbracciare l’altro. Di qui l’esigenza di costituire questa associazione, che non vuol essere una forma di assistenzialismo, ma si prefigge, di essere lo strumento di formazione ed educazione all’inclusione, come vuole il termine inclucation: contrazione di inclution ed education.
L’associazione è nata il 9 agosto 2023 e si avvale della collaborazione di personalità scientifiche e di tutti coloro che si mostrano sensibili a tale tema.
L’obiettivo può sembrare un’utopia, ma ci piace sognare in grande ispirandoci all’aforisma di Steve Jobs che nel 2001 ha affermato “Siate affamati, siate folli”, dunque, essendo folli, sogniamo in grande.
Cosa si intende, esattamente, per “inclusione”?
Seconde me, non esiste una definizione esaustiva del termine “Inclusione”.
Inclusione è prima di tutto accoglienza, ma non solo. È un viaggio verso l’alterità che ha lo scopo di farcela conoscere per condividere azioni ed emozioni e procedere insieme verso il futuro.
Credo dovremmo iniziare col parlare di “convivenza” piuttosto che di “inclusione”. L’inclusione sa infatti di un “mettere dentro”, nel migliore dei casi “accogliere”, nel peggiore “tollerare la presenza”. Ma da quale “fuori” io vengo per poter essere “messo dentro”, “accolto” o “tollerato”? Non sono parte di questa società? Non sono anche io un cittadino del mondo?
Ecco che “con-vivere” da più l’idea di un “vivere insieme”, passeggiare insieme, gioire insieme anche soffrire insieme, insomma non un “io più te” ma un “io e te”, comunque e ovunque, come hai detto anche tu durante la presentazione del tuo libro che hai fatto per la nostra associazione.
In che modo “La Grande Avventura (viaggio fra cuore e mente)”, secondo te, potrebbe ispirare la pseudo normalità ad abbracciare la diversabilità?
“La grande avventura. Viaggio tra cuore e mente:” può avvicinare alla diversabilità solo se viene letto con la giusta dose di empatia e predisponendosi al viaggio nell’alterità. Si tratta di pillole di vita quotidiana, che ci accomunano e che esprimono le emozioni e il vissuto di ogni essere umano.
Già, il tuo libro, “La grande avventura (viaggio fra cuore e mente)”. Una piacevole scoperta e, in effetti, un viaggio avventuroso alla scoperta del “Mikipensiero”. Credo abbiamo molto in comune perché non esistono diversi tipi di “diversità” o “diversabilità” per i quali esistono diverse tipologie opposte di “pseudo normalità”. Il concetto di “diversità” è stato coniato proprio dagli pseudo normali per tracciare una linea di demarcazione tra loro, presunti perfetti, e chi, secondo loro, non ha le stesse capacità di pensare, agire e vivere, sia pure con abilità diverse.
Molti pseudo-normali hanno poi la presunzione di volersi “occupare” dei diversamente abili allontanando ancora di più la demarcazione piuttosto che restringerla o, e sarebbe meglio, annullarla. Tra le bellissime pagine, che poi sono veloci riflessioni che si leggono d’un fiato ma che ti restano dentro per tutta una vita, ce n’è una in particolare che accomuna i nostri modi di pensare all’inclusione: diversamente alibi, dove la scomposizione della parola “abili” nella sua ricomposizione in “alibi” è una scure che si abbatte sul perbenismo e benpensantismo di questa società “distratta?” O meglio ancora “falsa e ipocrita” come i sepolcri imbiancati di Evangelica memoria.
Progetti futuri?
Tanti sono i progetti futuri, i più vicini temporalmente sono: 24 novembre 2023, conclusione del progetto Hi tree in collaborazione con gli alunni del Primo Circolo “Oberdan” e presentazione del libro “Fatti albero” di Alfredo De Giovanni; 10 dicembre, maratona Telethon; dall’11 al 15 dicembre, settimana Hi Nic: seminari, formazione, dimostrazioni pratiche di tutto ciò che può fare inclusione.
L’anno nuovo ci riserva tante iniziative in via di definizione e la ricerca di una sede.
Spero di lavorare ancora con te, perché la Grande Avventura non abbia mai fine ed il viaggio si sposti dalla mente e dal cuore, luoghi meravigliosi ma chiusi, tra la gente e le strade, luoghi aperti per menti aperte, nel vivere quotidiano.
Bellissimo articolo che fa viaggiare nel mondo inclusivo. Complimenti. Grazia Lops 🍀