A Laura
05 maggio 1987
Forza, sbrigati, a giorni avrai l’esame, devi farti onore assolutamente! Impegnati, ce la farai! Uffa… Pensiero fisso… Mi sono distratta di nuovo. Guardo dalla finestra: affacciata al balcone di fronte al mio una giovane donna: snella, affusolata, i lunghi capelli neri ricadono ondeggiando ad una ogni passo sulla sua spalla. Giovane, sì, molto giovane, sarà più giovane di me ed è già sposata… Lei e suo marito sono davvero una coppia ben assortita. Ma guarda, sembrano gli sposini sulla torta nuziale! Sono certamente sposi da poco… Tu vedi quanto lavora… Ogni giorno sfaccenda a più non posso sino a stremarsi…
Guarda un po’ c’è una ragazza lì di fronte… Che fa? Sta là seduta… Sicuramente sta studiando. Che cosa studierà? Provo ad indovinare… Ci sono alcuni libri sulla sua scrivania – ma dovrà studiarli tutti?! Beata lei, mi sarebbe piaciuto continuare a studiare. Beh, però io sono contenta d’essermi sposata, di aver trovato l’Amore: mio marito è un dono del Cielo. Non credo che lei abbia un fidanzato. Quanti anni avrà? Su per giù la mia età… Vive con i suoi genitori ma non vedo né fratelli né sorelle: ce li avrà? Chissà a che sta pensando adesso… Sì è fermata e guarda fuori dalla finestra…
15 settembre 1990
Dalla finestra di fronte i piccoli figli della giovane donna bruna giocano insieme: sembrano dei puttini! La mamma sta preparando loro la merenda: apre l’anta del mobile in legno della cucina e prepara dei panini che i bimbi divorano seduti sul balcone. Eccola, li ha raggiunti. Non lega mai i suoi capelli che, come sempre, ricadono ribelli sul viso. Sarà stanca? Ha lavorato tutto il giorno, senza tregua. Suo marito tornerà più tardi e lei continuerà imperterrita a governare la casa e la famiglia. Io non ce la farei mai… No, se stessi al posto suo non riuscirei a vivere come lei ma ha tutta la mia ammirazione…!
Caspita, questa qui quanto studia…! Quanti esami avrà fatto? L’ho vista l’altro giorno mentre si allontanava per andare alla stazione. Si vede che le piace studiare… Da quando si è fidanzata la vedo uscire col ragazzo. È una persona anche parecchio originale… Vedi un po’ come si veste… Eh, vabbè, non ha problemi di figli… Voglio vedere se stesse qui al posto mio cosa farebbe?! Darebbe già i numeri con i miei bambini che sono delle pesti! Chissà cosa sta studiando adesso… Quando si laureerà? Torno dentro, Antonio mi sta chiamando…
4 Giugno 2024
Gentilissima professoressa Ciritella,
alla fine dell’anno vorrei ringraziarla per tutto ciò che ci ha insegnato relativamente a poeti, scrittori, giornalisti. Per noi è stata dura ma abbiamo capito l’importanza dello studio; sia con un pizzico di severità sia con tanta semplicità abbiamo imparato concetti a noi sconosciuti.
Carissima prof, io la vedevo studiare dalla mia finestra quando era una ragazza: non avrei mai immaginato che un giorno l’avrei conosciuta di persona… È stato un caso: mia sorella mi chiese se volessi frequentare un corso serale e, quando siamo venute a scuola ad iscriverci, mi sono trovata davanti la ragazza che vedevo studiare o prepararsi per uscire! L’ho ritrovata donna, laureata, sposata e madre, una donna colta e paziente che ascolta i suoi alunni e li aiuta a superare i problemi relazionali e i momenti di sconforto; conoscendola, in questo tempo ho notato la sua fermezza, determinazione e passione nello svolgere il suo lavoro. Quella ragazza ora è una grande donna e una brava professoressa!
Carissimi saluti con affetto,
Laura Scandamarre
Laura carissima,
le tue meravigliose parole mi offrono un’occasione preziosissima: fare insieme a te in un’altra prospettiva un viaggio nel tempo. Credo che sia il viaggio più bello… È un percorso nei luoghi del cuore, un itinerario nelle passate speranze, nelle forti sensazioni d’infinito certamente ignare del futuro e per questo rivoluzionarie. Potremmo chiederci: chi siamo? Siamo quelle di allora? Siamo queste di oggi? Certo non saremmo quelle che siamo se non fossimo state le ragazze di un tempo, diversamente forti e determinate entrambe. Le nostre vite per un arcano motivo si sono intrecciate alla ricerca perenne della giusta distanza, quella che serve per cercare d’essere felici o, almeno, un po’ meno infelici. Quale sarà la giusta distanza, Laura cara? Quella delle nostre finestre e dei metri che separavano le nostre giovani vite? Quella di oggi tra il banco e la cattedra? Possiamo stabilirla noi anche oggi, anzi, oggi a maggior ragione per la pienezza delle esperienze di cui la vita ci ha fatto dono: la giusta distanza è quella del cuore, quella che ci fa sentire un po’ sorelle perché abbiamo trascorso un pezzo di vita una accanto all’altra, seppur inconsapevolmente. Mi sei rimasta nel cuore sin da quel tempo e ti rivedo ondeggiare con i tuoi lunghi capelli mentre amorevolmente accudivi i tuoi dolcissimi bimbi. Qui oggi nella nostra scuola possiamo stringerci in un forte abbraccio.
Rosa Maria Ciritella
Interessante , intrigante e profondo : richiama alla essenzialità delle piccole cose che sono quelle più importanti