
Proviamo ad immaginare una sorta di nuova Costituente. Quali dovrebbero essere le priorità?
A voler credere alla Presidente del Consiglio, ai segretari dei diversi partiti, ai sondaggisti, ai giornalisti, agli analisti di ogni campo, tutta la vita del nostro Paese dipenderebbe da una crocetta. La crocetta che l’elettore appone sulla scheda elettorale. Un Italiano su tre negli ultimi anni quella crocetta non l’ha nemmeno usata.
Sembra una magia: hanno inventato una legge elettorale infame, grazie alla quale un manipolo di leader di partito stabiliscono chi concorre alla poltrona e così chi prende più crocette comanderà.
È sotto gli occhi di tutti il fatto che i concorrenti prescelti alle poltrone sono molto spesso individui molto modesti culturalmente, talvolta spregevoli; molti sono sconosciuti al pubblico, dato che a parlare sono sempre gli stessi.
Il colpo di grazia è stato dato dal M5S che sfacciatamente giunse alla conclusione che, contro la nomenklatura, tanto valeva mandare in Parlamento l’ultimo degli sprovveduti, tanto innocente quanto manipolabile.
Vediamo così tutti impegnati a sondare i sondaggi, come i rabdomanti; tutti attenti a vedere come si orienta la doxa, l’opinione, magari sui social, attenta all’ultima uscita di Salvini, al taglio di capelli della premier, alle lacrime degli orfani del Cavaliere.
Questa corsa scellerata verso il nulla, verso l’idolatria della crocetta sulla scheda elettorale si amplifica grazie alla televisione, ai media, alla manipolazione di massa.
Ma davvero la vita delle persone può essere cambiata da una crocetta sulla scheda elettorale?
Certamente no e lo dimostra il fatto che tutte le promesse che stanno dietro quelle crocette sono poi disattese, perché dietro c’è il nulla. Così, mentre tutti guardano al nulla, chi deve prosperare, prospera. Chi deve inquinare, inquina. Chi deve speculare, specula. Chi deve evadere le tasse, evade. Chi deve fare la guerra, ammazza. Chi deve divertirsi, si diverte.
Cosa potremmo fare invece che venerare la crocetta in Italia? Quali sono i temi concreti sui quali bisognerebbe lavorare, agire, impegnarsi?
Proviamo ad immaginare una sorta di nuova Costituente. Quali dovrebbero essere le priorità?
Proviamo ad elencare
- Mettere al centro degli obiettivi di governo la realizzazione del dettato costituzionale?
- Rivedere le leggi sul lavoro e rilanciare i sindacati?
- Sanare il dissesto idrogeologico?
- Elevare l’obbligo scolastico a 18 anni?
- Rilanciare la prevenzione sanitaria e risanare le ASL?
- Contrastare le mafie?
- Sostenere le coppie giovani?
- Utilizzare le banche dati per individuare l’evasione fiscale?
- Rispettare la progressività fiscale?
- Reintrodurre la tassa di successione?
- Sviluppare una corretta politica dei rifiuti?
- Abolire le Regioni a statuto speciale?
- Risanare il sistema carcerario con nuovi edifici e revisione delle norme sulla reclusione?
- Potenziare il trasporto pubblico?
Basta una crocetta per avviare a soluzione almeno uno di questi problemi? Probabilmente no. Ci vuole una riforma dello Stato ed il suo efficientamento. Questo è il terreno, queste sono le sabbie mobili del Governo attuale, in cui statalismo e antistatalismo fanno e faranno a pugni fino al knock down finale!
Condivido quasi tutto meno lo scagliarsi verso il governo attuale perché il discorso valeva anche prima esattamente allo stesso modo
E’ verissimo quello che dici. Aggiungo: non solo valeva per i Governi non di destra precedenti, ma proprio questa è stata la ragione dell’ascesa al potere di Meloni e FdI. Meloni peraltro si è guadagnata i voti perchè è stata l’unica a non entrare nel Governo Draghi e così, pur essendo stata ministro, ha dato l’immagine della “pasionaria” idealista. L’astensionismo poi ha fatto il resto. Dunque le attuali opposizioni non riescono ancora ad emergere proprio perchè gli elettori non vedono alcuna differenza di strategia: alla fine conta “la crocetta”. Niente sedi di partito, niente incontri pubblici. La legge elettorale attuale peraltro è stata partorita da un rappresentante del centro sinistra: un autogol incredibile! E così siamo stati consegnati nelle mani di un Governo ideologicamente pericoloso e praticamente incapace. L’unica speranza è un cambiamento non nel voto, ma nella prassi concreta del sindacato, delle scuole, dei cittadini, dei dipendenti dello Stato, dei dipendenti della Sanità, insomma prioritariamente delle persone e non dei leader politici e delle loro manipolazioni quotidiane. Utopia? No, strategie di sopravvivenza!