La città è coperta di bianco

mentre passeggio.

Risplende come un abbaglio

di male in peggio.

Di colla, di mani fredde,

un giusto solfeggio,

un ritmo che piano scende

senza dileggio.

Un legno puntato al cielo,

tra pietre e fiori gialli,

di nuovo riscopre il gelo

col coro dei pappagalli,

coi volti che in silenzio

di guardare, stanchi, han smesso,

storditi da un assenzio,

all’ombra di un cipresso.

La città è coperta di bianco

in un torpore greve,

pesante, quasi arranco:

non è neve.

 

Giuseppe Bonizio

18 dicembre 2020