
Qui mi servi il racconto
di un’infanzia alla Bolognina
nella luce del tramonto che declina
come fosse un agrodolce aperitivo,
una liturgia in crescendo, una nudità
graduale, una tensione al climax,
una verità a dosaggio lento. Mi conduci
per mano in quell’intricato labirinto
che per comodità chiamiamo cuore, mi mostri
la tua antica casa, gli amori
di bambina, stagioni di ferite
che hanno braccato gli anni. Intanto
il mondo seguita ad andare, macina
chilometri e noi precipitiamo al fondo
di una beatitudine dolciastra, ritroviamo
il gusto della cura, dell’attenzione, dell’amare,
ci prendiamo una tregua, finalmente una sosta
dopo tanto insensato, stupido arrancare.
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