“La solitudine è per lo spirito ciò che il cibo è per il corpo”: parole del saggio Seneca che ci invitano a una riflessione sulla solitudine. Parlare della solitudine mi piaceva perché mi sembrava semplice articolare dei pensieri sulla mia esperienza, ma leggendo le pagine scritte da altri ho subito cambiato idea.
Mi piace sentire la solitudine come amica dei miei silenzi, come compagna di vita con le sue allegrie e le sue malinconie. Penso alla solitudine come compagna fedele, come qualcuno che non ti tradisce; parlo con lei e sono sempre in compagnia. La solitudine ti aiuta a non essere solo nel momento in cui riesci ad amare quello che fai.
Queste parole però, possono essere poco significative per chi vive la solitudine in maniera diversa. Per chi vive quei momenti come fonte di malessere.
Ho letto qua e là diversi abstract di psicologia e filosofia, scritti nel tentativo di definire la solitudine ed è stato interessante vederne le molteplici sfaccettature per poi convincermi che essa è personale e legata alla profondità della propria intimità. La solitudine va a braccetto con la coscienza e se la loro unione è armoniosa si è in un equilibrio che genera benessere.
Penso che ognuno di noi abbia la sua solitudine, essa fa parte dell’uomo e secondo l’uso che se ne fa può renderti sereno o angosciato. Parlare di solitudine diventa un po’ come parlare del proprio nucleo interiore, dove si generano le emozioni che dipingono la persona che appare. Penso che tutto nasca in quei momenti, che se sono amati diventano positivi. Ovviamente penso che non tutti, e non sempre, li amiamo, ma possono anche essere fonte di paura e di insicurezza .
Altre volte essere soli può essere molto triste. Molte volte ho sofferto quella solitudine, e sapete quando mi succede? Quando sono tra la gente, quando devo gestire situazioni che non amo, quando il mio io è ferito dalla superficialità di chi mi è vicino. Quando non posso comunicare. Allora meglio stare nel proprio nucleo e osservare, studiare meditare.
Io studio e medito gareggiando con le mie emozioni. Ma secondo voi esistono sensazioni di solitudine che ci rendono più sereni?
Carlo Ceci Ginistrelli
[ Foto: Web ]
Nella solitudo voluta c e’ una profonda congiunzione col se profondo.Sei solo tu …non ti nascondi..non devi esser altro che non sei…ne’rispettare contesti esterni…l anima vola e si congiunge alla natura al vento al cielo…all infinito; scompari e fai parte del tutto…