28 Sep 1970, Paris, France --- Henry Kissinger at Vietnam War Meeting in Paris --- Image by © Christian Deville/Apis/Sygma/Corbis

UN UOMO DI POTERE

Si chiamava Heintz Alfred ed era nato a Furth, in Germania. Era fuggito dalle persecuzioni naziste nel 1938, all’età di quindici anni, e in America era diventato Henry, Henry Kissinger.

L’ex Segretario di Stato delle presidenze Nixon e Carter, si è spento lo scorso 29 novembre nella sua casa nel Connecticut, alla veneranda età di cento anni.

Per qualcuno è stato un nuovo Machiavelli, per altri il Bismarck del XX secolo, per altri ancora un freddo esecutore della Realpolitik.

Ma chi è stato Henry Kissinger?

Un personaggio pop, amante delle scene mondane e delle serate di gala. Amico degli Agnelli (lo si ricorda accanto ad Umberto durante la semifinale della Coppa del Mondo tra Italia Argentina a Napoli), era famoso per i suoi occhialoni che gli son valsi un cameo nell’episodio dieci della quinta stagione dei Simpson, dove  l’artefice dell’Accordo di Parigi fa cadere incautamente gli occhiali nel water, raccolti e indossati da Homer.

Ma oltre la coltre di popolarità, Kissinger è stato un freddo analista  della politica internazionale che ha vissuto da protagonista negli anni ‘70 e che l’hanno visto in azione in tutte le principali crisi e tensioni di quel particolare decennio. Kissinger ha tessuto la trama nei rapporti tra Stati Uniti e Cina, che culminarono con lo storico incontro tra Nixon e Mao del 1972. Kissinger ebbe un ruolo importante negli Accordi di Pace di Parigi del 1973 che gli valsero il Premio Nobel per la Pace. Fu l’artefice della politica della distensione (detente) tra USA e URSS che approdò agli accordi SALT I, per intenderci quelli per la limitazione degli armamenti strategici.

Uomo di grande acume politico, si è impegnato fino agli ultimi giorni della sua vita nella comprensione della complessità di un mondo in continua evoluzione, che, oltre alle varie crisi geopolitiche che sono di nuovo in atto nell’intero globo, vive l’incognita, fascinosa e tenebrosa a un tempo, dell’Intelligenza Artificiale e del suo utilizzo in ambito geopolitico. Colpiva la sua lucidità, non solo fisica e mentale, ma anche analitica, quella particolare attitudine che l’ha portato a scrivere e a studiare ininterrottamente fino a questi ultimi mesi, nei quali ha incontrato leaders politici, tra i quali Giorgia Meloni. Non è rimasto inosservato il suo viaggio in Cina del luglio scorso, accolto come “vecchio amico del popolo cinese”. Questo incontro ha spianato la strada per il recente bilaterale tra Biden e Xi Jinping dello scorso novembre.

Kissinger aveva detto che “gli Usa devono sforzarsi di andare d’accordo con Pechino”. Non solo un buon proposito tra due amici, ma l’acuta analisi delle sfide a cui gli USA sono chiamati e che dovranno affrontare. Nel suo libro Ordine Mondiale, scritto all’età di novantuno anni ed uscito quando veniva teletrasmessa l’intervista di Oliver Stone a Putin, Kissinger aveva analizzato la situazione macro politica e i possibili risvolti. Aveva colto il declino dell’influenza internazionale degli Stati Uniti che, dopo il successo nella guerra fredda, sembrava lasciare il passo ad altri competitors, la Cina in particolare, e aveva messo in risalto le tensioni con la Russia.

Non sono mancate le ombre nel suo operato, come i bombardamenti in Cambogia e l’appoggio al regime di Pinochet, macchie pesanti su una carriera di grandi successi. Più che ombre, veri e propri macigni che hanno reso Kissinger un astuto giocatore di Risiko, un uomo che lanciava i dadi e che muoveva le pedine sulla mappa da gioco, agendo dietro le quinte, una sorta di presidente ombra ha detto qualcuno, consapevole della sua grande influenza, al punto che ebbe a dire che “il potere è il massimo afrodisiaco”. Un piacere di onnipotenza di cui era ben consapevole, anche dopo il ritiro dalla scena politica, una firma, HK, in grado di spostare equilibri, che era un marchio di sicurezza per tutti gli Stati Uniti e che accresceva la sua popolarità e la sua personalità, senza dubbio tra le più influenti del XX secolo.

Kissinger ha avuto il pregio di interpretare il presente con l’esperienza del passato e con uno sguardo curioso, proiettato verso il futuro, come dimostra l’ultimo lavoro sull’intelligenza artificiale. Pochi uomini nel corso della storia hanno potuto godere di un potere tanto forte da essere ancora influenti all’età di cento anni e questo afrodisiaco sarà stato certamente attivo fino agli ultimi momenti della sua vita.