KIMA (Edizioni EtEt) si presenta. KIMA è un viaggio di conoscenza e trasformazione delle ferite bambine attraverso la voce e i colori del linguaggio emozionale. L’onda KIMA narra il magico incontro tra una terapeuta di discipline bionaturali e un’artista, l’illustratrice Angelita Nichilo; KIMA è una collana che si rivolge a un pubblico adulto e al bambino interiore che abita ogni adulto. *Frammenti e frumenti*, prima tappa del viaggio KIMA ruota intorno al tema della relazione con il cibo, che è madre, che è mater-ia, che è nutrimento, non solo nutrizione.
A parlarcene è la naturopata psicosomatista (oltre che “un seme nella Terra”, come la stessa autrice si definisce) Adriana Porro.
Ciao, Adriana. Perché hai scelto di pubblicare “KIMA”?
In verità è KIMA che ha scelto e chiesto di venire alla luce. Così come accade per ogni creatura, KIMA ha avuto bisogno di una silenziosa gestazione interiore. Non sono una scrittrice, amo scrivere di emozioni e processi introspettivi, amo ascoltare l’energia delle parole e poterle condividere. KIMA è un viaggio, un percorso a tappe.
La prima tappa, Frammenti e frumenti, muove i primi passi dal personale percorso di formazione e specializzazione e ruota intorno al tema della relazione con il cibo, della relazione con la madre, con la materia.
Cosa si intende per “conoscenza e trasformazione delle ferite bambine attraverso la voce e i colori del linguaggio emozionale”?
Ogni adulto abita, nel proprio spazio sacro, una parte bambina: con i suoi bisogni (a volte inascoltati, dimenticati o taciuti), con i suoi diritti (a volte non riconosciuti e quindi non esercitati, o a volte pressati da introiezioni e condizionamenti), con i suoi dolori derivanti da ferite o percepite tali, con i suoi sogni.
Accedere alla moltitudine di informazioni interiori è come spalancare la porta verso una immensa biblioteca in cui, ogni libro, ogni pagina, consegna frammenti di memoria antica. In KIMA, ogni frammento è divenuto parola, ogni parola, grazie alle mani, al cuore, all’arte di Angelita Nichilo, è divenuta immagine. Il linguaggio emozionale è linguaggio immaginale; risuona di colori, profumi, parole, materia, ed è guida, accompagnatore nella conoscenza, prima, e nella trasformazione, dopo, delle ferite in feritoie.
Sarebbe utopistico, nella società tecnologica odierna, ritrovare il bambino interiore che abita ogni adulto?
Per rispondere a questa domanda desidero utilizzare una metafora.
Immagina, Amico caro, di sentire l’oscillazione naturale del respiro, del battito cardiaco, della pulsazione del battito della Terra, degli accadimenti tutti, dei pensieri, che tendono ad altalenare umori, decisioni, visioni, pareri, e poi esiste un punto, un punto neutro tra le oscillazioni, un istante, un ponte.
Il punto Ponte può divenire uno spazio sconfinato in cui si sceglie di far cessare i conflitti, le dualità, le dicotomie; uno spazio in cui abita la Vita con le sue molteplici Cromie, essenziale, luminoso, da cui si può apprendere qualcosa di sé.
Uno spazio Creante.
Nessuna utopia.
Stiamo camminando l’entropia.
È tempo.
A chi dedichi questa tua opera prima?
Dedico KIMA e questa prima tappa Frammenti e frumenti alle mie famiglie, com-Unità di cuori pulsanti.
Di origine, create, di anime; a ciascuna persona incontrata sin qui su questo cammino chiamato Vita, rivolgo la mia gratitudine.
Alle Creature che mi hanno scelta come madre porgo l’invito a manifestare KIMA in tutta la sua potenza.