Il ritorno all’attività agonistica di Michael Phelps non è l’unico sussulto che ha caratterizzato recentemente il nuoto. Certo, probabilmente i pavesini di Federica Pellegrini hanno in qualche modo contribuito al mal di pancia di tutto il sistema, ma è indiscutibile che il soffio al cuore, quell’adrenalina che scorre lungo tutta la spina dorsale ce l’ha regalata l’andriese Isabella Sinisi.
Appena ventenne, lo squalo del Castel del Monte di spina dorsale ne ha abbastanza. Il suo carattere e la sua determinazione spiccano così tanto che, spesso, vedendola nuotare nelle acque di tutto il mondo, si è quasi vittima di allucinazioni e una pinna che fuoriesce da onde increspate ci sembra più reale di un miraggio. Poco c’entra il terrore che quelle due celebri note suscitato nel film di Spielberg, qui gli attacchi li subiscono avversari e record da battere.
Lo scorso 25 aprile a Elait, in Israele, Isabella, tesserata per il Circolo Canottieri Aniene Roma (la più importante scuola di nuoto di Italia), ha vissuto la prima esperienza di portata continentale, esordendo nelle competizioni in mare per i 10 km di fondo.

Ciao Isabella, stai attraversando un periodo di apnea, vero?
Diciamo che non ho respiro – ride. È successo tutto molto velocemente, le gare regionali a cui avevo precedentemente partecipato mi hanno dato notorietà a livello nazionale, prima, e internazionale, poi. Non avrei mai immaginato che la mia passione mi avrebbe portato così lontano, e arrivarci a nuoto, credetemi, non è affatto facile.

Il tuo segreto?
È presto detto. Mangiar sano, dormir bene e, soprattutto, zero sigarette.

Torniamo alla tua esperienza in Israele, com’è stata?
Graffiante. Mi spiego meglio, è stata un’avventura fuori da ogni logica. Sento spesso parlare di Andria come di una città problematica, ma vi assicuro che l’aria che si respira in Medio Oriente è molto particolare. Un mondo dalle mille contraddizioni. Terra santa e maledetta, in cui amore e odio vanno a braccetto verso un luogo irrazionale chiamato Gaza.

Isabella ha continuato a macinare chilometri in acqua, tanto da essere convocata agli Europei di nuoto a Berlino, dove ha partecipato alla gara di 5km di nuoto di fondo, conquistando un 12esimo posto che non rende giustizia della sua reale prestazione e del suo potenziale. Infatti, Isabella aveva una proiezione da terzo posto, ma a metà gara, ingannata dalle onde, ha errato traiettoria, perdendo secondi preziosi che l’hanno catapultata alla 12esima posizione.

Certo che, a Berlino, è stato un altro battesimo di fuoco!
Grazie mille! Quello che posso dire è che ho dato il massimo. Quell’errore in traiettoria l’ho pagato a caro prezzo, ma sono contenta lo stesso: un anno fa non avrei potuto immaginare neppure di andare all’ europeo di nuoto a Berlino.

Ma dicci: da dove nasce la tua passione per il nuoto?
L’amore per il nuoto è nato dal suo sentimento opposto. Odiavo anche la sola idea di poter avere dei contatti con l’acqua. Così i miei genitori hanno deciso di prendermi di peso e gettarmi in acqua, spedendomi direttamente ad un corso di nuoto per combattere questa mia “fobia”.

Sei una ragazza in carriera oramai, pensi di avere margini di miglioramento?
Quest’anno è stato un anno di grandi cambiamenti e soprattutto di miglioramenti. Ho raggiunto grandi traguardi, per cui è ovvio che ora raggiungere obiettivi più importanti sarà difficile, però spero di riuscirci, a piccoli passi: per me sarà una grande sfida!

Da quanto nuoti e per quante ore al giorno? E quanti sacrifici hai dovuto affrontare per approdare alla scuola di nuoto più famosa di Italia?
Nuoto da quando avevo 5 anni e ne ho 12 di agonismo alle spalle. Mi alleno due volte al giorno per 2 ore/2 ore e mezza, tutti i giorni tranne sabato, in cui sostengo un singolo allenamento e domenica, in cui ho il riposo , salvo imprevisti e gare. I sacrifici sono tanti, bisogna rinunciare a tante cose: grazie anche all’aiuto dei miei familiari, ho saputo conciliare scuola e nuoto, fortunatamente, fino al termine delle superiori. Ho dovuto mettere da parte molto spesso il divertimento così caro ai ragazzi della mia età: facendo parte della squadra migliore d’Italia, bisogna essere seri e convinti del percorso che si sta affrontando. Se non lo sei, non vale la pena continuare.

Invidi la vita “normale” dei tuoi coetanei, visto che il tuo stile di vita è così fuori del comune?
Voglio essere sincera: è vero, talvolta ho nostalgia di quella vita e un po’ invidio ciò che i miei coetanei fanno. Molte persone credono che la mia esistenza sia una passeggiata, un qualcosa di facile gestione. Tuttavia, non è proprio così come potrebbe apparire. Ho dovuto troncare con le mie radici: staccarmi dalla mia terra, dalla mia famiglia e dai miei amici, è stata una rinuncia per me molto pesante. Facendo questa vita, non ci si può divertire quando si vuole, soprattutto se sei nel periodo in cui vi sono gare importanti, in cui bisogna portare avanti un regime alimentare e fisico davvero rigido. Nonostante ciò, alla fine ti senti ripagata dai risultati ottenuti e la malinconia per la “bella vita” passa subito in secondo piano.

Il tuo obiettivo immediato e quello più lontano?
La stagione è appena ripartita, ora conta lasciarsi alle spalle le vacanze e rimettersi al lavoro subito: nell’immediato, ci sono le gare nazionali di routine.
Per gli obbiettivi su larga scala, di solito preferisco essere scaramantica, in quanto non mi piace parlarne, però a luglio 2015 ci saranno i mondiali e ovviamente il 2016 sarà l’anno delle olimpiadi a Rio de Janeiro. Sognare non è proibito…

 


[ Nella foto: Isabella Sinisi ]