
Parlare di cultura finanziaria oggi è più che mai necessario. In Italia, secondo diversi studi internazionali, il livello medio di educazione finanziaria è tra i più bassi d’Europa. Questo significa che molti cittadini non hanno gli strumenti per comprendere fino in fondo concetti fondamentali come inflazione, diversificazione, previdenza o gestione del rischio.
Eppure, ogni decisione economica – dal mutuo alla pensione, dagli investimenti alla protezione assicurativa – ha un impatto diretto e profondo sulla qualità della nostra vita presente e futura.
Senza conoscenza si rischia di affidarsi al caso, o peggio, a chi spinge prodotti standardizzati, spesso più utili a chi li vende che a chi li acquista.
Ecco perché la consulenza finanziaria indipendente e la diffusione di un’educazione solida rappresentano oggi due leve fondamentali: da un lato aiutano le persone a sentirsi più sicure e consapevoli, dall’altro contribuiscono a costruire un Paese più resiliente e preparato ad affrontare le sfide economiche globali.
A spiegarcelo è Francesco Suriano, esperto ventennale, tra impresa e mercati, in gestione della liquidità e investimenti finanziari indipendenti.
Ciao, Francesco. Cosa si intende per consulenza finanziaria autonoma indipendente?
La consulenza finanziaria autonoma indipendente significa, in parole semplici, che il consulente non è legato ad alcuna banca, compagnia assicurativa o società di gestione.
Questo vuol dire che lavora esclusivamente nell’interesse del cliente, senza conflitti di interesse, e costruisce strategie su misura. È un po’ come avere un “regista” che orchestra i vari strumenti finanziari, senza spingere prodotti preconfezionati, ma scegliendo le soluzioni più efficaci per raggiungere gli obiettivi personali e patrimoniali del cliente.
In termini di educazione finanziaria, per quale ragione serve approfondire i concetti di analisi budgeting, protezione, previdenza e successione?
Perché la finanza non è solo “investire in Borsa”. È un sistema complesso che riguarda ogni aspetto della vita economica di una persona o di un’impresa.
Budgeting: ti insegna a gestire i flussi, a capire quanta liquidità ti serve e come allocarla.
Protezione: è il “paracadute” che ti salva in caso di imprevisti.
Previdenza: significa garantirti un futuro sereno, senza dipendere solo dallo Stato.
Successione: vuol dire pianificare con responsabilità il passaggio del patrimonio.
Chi trascura questi elementi, spesso si trova a correre dietro ai problemi invece che anticiparli.
Perché, a tuo parere, bisognerebbe investire per obiettivi?
Perché senza obiettivi chiari si naviga a vista.
Investire non è “fare soldi velocemente”, ma costruire una strada che ti porti da dove sei oggi a dove vuoi arrivare domani. Un obiettivo può essere la casa per i figli, una pensione dignitosa, un progetto imprenditoriale…
Senza obiettivi rischi di essere in balia del mercato. Con obiettivi chiari, invece, crei strategie misurabili e sostenibili, e soprattutto riesci a vivere l’investimento con serenità.
Sarebbe preferibile acquistare strumenti finanziari “su misura” in Borsa Italiana anziché pacchetti bancari/assicurativi?
Assolutamente sì, quando possibile.
Gli strumenti quotati in Borsa (ETF, obbligazioni, azioni, fondi indipendenti) hanno costi trasparenti e permettono di costruire portafogli “su misura”.
Al contrario, i pacchetti bancari o assicurativi spesso nascondono costi interni molto alti, che erodono i rendimenti e legano il cliente a vincoli poco flessibili.
La differenza è come cucirsi un abito sartoriale rispetto a comprare un vestito standard in serie: entrambi ti vestono, ma solo uno è davvero fatto per te.
Credi sia giusto considerare il trading uno stile di vita?
Dipende da cosa intendiamo.
Se lo vediamo come adrenalina, guadagni veloci e notti insonni… direi di no: quello non è uno stile di vita sano, ma una scommessa.
Se invece lo intendiamo come disciplina, studio continuo, gestione del rischio e capacità di leggere i mercati, allora sì, può diventare uno stile di vita che ti insegna rigore, pazienza e resilienza.
Nel mio lavoro non prometto guadagni facili, ma formo investitori consapevoli, capaci di usare il trading come strumento di crescita e non come gioco d’azzardo.
























