“Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”. E se Federico II di Svevia fosse vissuto nel nuovo millennio, chissà cosa avrebbe pensato delle abilità umane nello sfruttare le risorse naturali della sua amata terra, “lu sole, lu mare, lu jentu”.
Cosa vedrebbe il “puer Apuliae” se decidesse di ripercorrere, oggi, la sua terra prediletta?
Un orizzonte ricco di pale che dominano le colline della Daunia e la piana del Tavoliere: i parchi eolici; in questa zona è situato, infatti, il 67% degli impianti complessivi della Regione.
Dai dati statistici forniti da GSE (Gestore dei Servizi Energetici) emerge che la Puglia detiene il primato in Italia per potenza eolica installata, pari a 1.985 MW nel 2012. Gli impianti eolici pugliesi coprono, infatti, il 24,4% della potenza nazionale.
Proseguendo il suo viaggio, Federico II giungerebbe nel Salento. È proprio qui, dove il clima è favorevole, che osserverebbe con aria interrogativa gli immensi “specchi” che coprono i tetti delle case: i pannelli fotovoltaici. In Puglia si concentra il 14,9% della potenza fotovoltaica installata in Italia (2.449 MW nel 2012), con una particolare rilevanza nelle province di Lecce (26% del corrispondente valore regionale), Brindisi (19%) e Bari (18%) (GSE, 2012).
Sulla base dei dati statistici riportati, Federico II s’inorgoglirebbe nel costatare che la Puglia contribuisca in maniera significativa allo sviluppo della sostenibilità energetica nell’ambito del territorio nazionale. “Miniera delle energie pulite”, in particolare per il settore solare ed eolico, ospita impianti alimentati da fonti rinnovabili per una potenza totale pari al 10% di quella complessivamente installata nel Paese e concorre per circa il 9% alla produzione nazionale di energia verde (GSE, 2012).
Ma i numerosi primati raggiunti nel settore delle rinnovabili presentano delle criticità. Se la promozione di energia “pulita” è indice di sensibilità nei confronti dell’ambiente e di progresso economico ed occupazionale, tuttavia il prezzo pagato dal territorio è evidente.
Senza lasciarsi prendere dalla sindrome NIMBY (Not In My Back Yard, “installate e investite, ma non nel mio territorio”), il problema fondamentale è “contenere una crescita divenuta insostenibile” – come afferma il presidente della Regione Nichi Vendola – attraverso una gestione corretta del territorio, che parta da una “definizione standard di qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili”.
E per ottenere ciò, occorrono chiare e precise norme che reprimano ogni tentativo di speculazione e tutelino l’ambiente. A riguardo, è tuttora in corso in Puglia, un interessante quanto complesso dibattito.
Ma allora, alla fine di questo viaggio, Federico II sarebbe stato a favore della salvaguardia del paesaggio pugliese o un innovatore pro – rinnovabili?
… A ognuno la sua risposta.
Alessandra Quarto di Palo
[ Foto Paolo Farina ]