Ancora una volta la paura, così come il razzismo o l’odio per tutto ciò che è diverso, spingono l’uomo a scelte di miope e idiota individualismo.
Southampton, U.K. 24 giugno 2016
Brexit. Sembra la prima vera giornata estiva dopo una settimana di pioggia. Sembra che il cielo del Regno Unito non si sia accorto della tempesta che sta vivendo la nazione.
Regno Unito, già, ma per quanto? È Brexit: il popolo ha deciso. L’incertezza, la paura della povertà, le tensioni sociali, hanno scatenato la protesta giusta del popolo britannico contro il nemico sbagliato. Le conseguenze sono ignote ed imprevedibili, ma già si parla di nuovo referendum sull’indipendenza scozzese, di Grexit, di crollo della borsa, del rafforzamento di partiti di estrema destra, di paura.
Eppure il Regno Unito ha conosciuto l’immigrazione ed il multiculturalismo ben prima del resto dell’Europa e grazie al Regno Unito oggi sto scrivendo da un ufficio in cui gli inglesi, quelli veri, sono una netta minoranza: i miei vicini sono greci, italiani, lituani, americani, cinesi, tedeschi, francesi, pakistani e chi più ne ha più ne metta! Studiamo insieme la fisica e crediamo nel progresso dell’umanità, unita! Eppure ha vinto il Brexit.
Non sono in grado di dare un’interpretazione di come sto vivendo questo momento, ma ecco alcune impressioni recuperate da Facebook, espresse da miei amici e colleghi, prevalentemente giovani accademici.
“Un giorno triste per l’Inghilterra e l’Unione Europea”.
“Negli ultimi anni ho avuto il privilegio di vivere in sei diverse nazioni europee […]. La mia identità è quella di un cittadino europeo […], oggi mi sento incredibilmente confusa, spaventata e disillusa, come se avessi perso una parte della mia identità”,
“Ancora una volta la paura, così come il razzismo o l’odio per tutto ciò che è diverso, spingono l’uomo a scelte di miope e idiota individualismo, piuttosto che scegliere di costruire un mondo migliore tutti insieme”.
Qualcuno prova a fare del sarcasmo:
“Sono Europeo, ben educato e prometto di contribuire allo sviluppo economico e non della nazione, qualcuno mi vuole?”
“”Questi sono pazzi. L’Inghilterra è fuori“, ho subito pensato che la UEFA avesse squalificato l’Inghilterra dagli Europei per altre violenze dei suoi tifosi. Barlume negli occhi, speranzoso, rispondo:
“Allora l’Islanda è automaticamente ai quarti?”
Qualcuno opta per la linea dura:
“Per noi immigrati è il momento di andarsene, sono sicura che questo aiuterà la cultura e l’economia del Regno Unito! ”
Qualcuno fa autocritica
“La generazione più anziana non condivide le opinioni dei giovani sul Brexit. È il momento che i giovani vadano a votare!”
“Un punto positivo sul Brexit potrebbe essere quello di lavorare in modo diverso a partire da adesso! Crediamo maggiormente nei valori dei padri fondatori dell’Unione Europea!”
In ogni caso, siamo tutti increduli e spaventati.
bravo Edo,
Inoltre credo che quest””Affare” sia caro soprattutto a chi ha sperimentato il lavoro fuori dal proprio paese d’origine e cioè (ma non necessariamente) le persone più giovani che vedono questo davvero come un’unione di popoli diversi ed interessanti.