DI ANGELA ANIELLO

Mi hai inviato il tuo libro. Hai violato il domicilio della mia solitudine, del me “sacro” che si tutela dal dolore in genere, mi hai costretto a rinunciare a ciò che penso di essere per la tua storia.

E mi sono commosso, capita raramente leggendo, sono così esigente, l’unica cosa che riesce a tenermi lontano dai libri è tristemente il prezzo di copertina.

Mi hai commosso.

Perché il tuo libro è costruito con una scrittura matura, adulta e precisa (alcune volte certi “bambini” pretendono di sembrare adulti nascondendosi dietro parole più grandi di loro): assesta colpi minuziosi al muscolo atrofizzato del cuore che poverino è impaurito, confuso, dall’altro mostro del Covid.

Tu racconti di un mostro che non abita favole, è reale, è l’altro mostro industriale, capitalista, inumano, cancerogeno, velenoso dell’Ilva di Taranto.

Pochi uomini donchisciottescamente lo hanno combattuto. Il Tribunale dei giusti finalmente ha emesso qualche condanna definitiva.

Hai avuto la giusta sensibilità, ti sei fermata al confine, all’inizio dello stupore e della paura, non hai cercato inutilmente di spiegare la vita e la morte.

Troppi morti di ogni età, tanto che la morte non fa più rumore, diventa così tanta da togliere il tempo di metabolizzarla: accade dopo che ne è accaduta appena una e toglie il fiato, costringe a dimenticare per non cadere nella pazzia.

Hai creato accenni spesso a un Dio, tu stessa sei il dio e il genitore di alcuni personaggi come Chiara, Maria e Luca. Adolescenti, figli e testimoni di avvenimenti che attingono dalla realtà. Che tenerezza seguirli parola dopo parola crescere.

Chi non ti leggerà deve essere cosciente di aver perso uno sguardo fuori da una delle tante finestre dell’umanità, certamente avrà la scusa di essere stato impegnato nel videogioco piacevole della solita sopravvivenza. Che consolazione!

Accettare da viandanti il passaggio sui tuoi sentimenti ci aiuta a separarci dai mobili di casa nostra, dalla plastica dei cellulari, dalla luce artificiale dei loro display. La luce sei tu, sono io, siamo noi, sono loro.

Tu hai saputo adoperare ogni raggio.