Un giorno senza sorriso è un giorno perso

L’uomo, da sempre, si è posto sempre il problema di mantenere una buona reputazione agli occhi di tutti. Per questo motivo la reputazione è diventata qualcosa di fondamentale per trovare un lavoro, fare carriera, conservare o ricevere privilegi. Dietro tale atteggiamento si nasconde qualcosa di subdolo o pericoloso. Un giorno il grande Chaplin ebbe a dire: “Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro”.

Credo che questa sua riflessione sia semplicemente geniale. Pensare alla reputazione personale è vivere di alienazione. Si smette semplicemente di essere sé stessi per vivere nella maschera pirandelliana, fino a dimenticare chi si è. È più facile ascoltare gli altri e vivere di reputazione, rispetto al fatto di ascoltare la propria coscienza, per vivere di autenticità. La differenza tra un problema e un dramma consiste nel fatto che i problemi hanno soluzioni, mentre i drammi sono senza via di uscita.

Il pensiero altrui, basato sulla reputazione, è un problema degli altri che ha una soluzione per loro. Una vita incosciente, fondata sulla reputazione, è un dramma nascosto, generante ferite non visibili ad una società così veloce e superficiale. Sempre Chaplin affermava che “la vita è una tragedia se vista in primo piano, ma è una commedia se vista in campo lungo”. Il vivere di reputazione è restare nel dettaglio, come le inquadrature dei film di paura, gettando l’animo nell’angoscia e nella disperazione.

Allargare il campo, ascoltando la propria coscienza porta all’umiltà, la consapevole radice di ogni umorismo, anche nelle grandi tragedie, proprio come Chaplin ci ha insegnato con la sua intelligente, profonda e illuminante comicità. Quando penso a tante persone seriose di buona reputazione, credo, in tutta sincerità, che Chaplin aveva proprio ragione ad affermare che “un giorno senza sorriso è un giorno perso”. Altro che reputazione!