Papa Francesco rimbrotta i politici contrari all’accoglienza, e il ministro Salvini non si tiene dal fargli una predica. Solo che Francesco parla al mondo…
Caro direttore,
Papa Francesco rimbrotta i politici contrari all’accoglienza, e il ministro Salvini non si tiene dal fargli una predica. Potremmo dire Excusatio non petita, accusatio manifesta, ma credo che il nostro Truce non capirebbe. Ora l’homo ridens della ruspa, che ha la presunzione di sentirsi bersaglio del papa, mi ricorda un vecchio apologo. Dunque, un gruppo di terrestri coglie dei segnali che arrivano da Marte e, stendendo nel deserto enormi lenzuola, risponde ai marziani di aver colto il messaggio. I marziani replicano a stretto giro: non ce l’abbiamo con voi, ma con quelli del pianeta successivo. Ecco, Francesco non replicherà così, non replicherà proprio perché Salvini non esiste sul mappamondo.
Un ministro, o un cittadino qualunque in possesso della licenza media, dovrebbe sapere che cattolico vuol dire universale. Essendo, il papa, capo dei cattolici parla dunque al mondo. Il razzismo, nel momento attuale, è un problema mondiale. Trump è l’esempio preclaro del globo con i suoi muri, l’Europa ha l’Òrban della cattolicissima Ungheria. Al rifiuto degli stranieri, si aggiunge il rigurgito preoccupante di fenomeni di antisemitismo nella cattolicissima Francia. A questa ondata di razzismo, l’Italia dà il suo contributo non trascurabile, ma abbastanza in linea con il resto del mondo. Ora, Salvini ci tiene invece a essere parte della Storia e si autopromuove cristiano con Bibbia e rosari nei comizi contro i “negri” e appare un po’ deluso dal fatto che il papa non l’abbia citato con nome e cognome. Ma il povero Francesco, anche per ragioni di età, non può avere memoria di chiunque dica bestialità sui migranti. E comunque non gli pare, il leader leghista, degno di citazione. Sicché, il nostro ministro finisce come i terrestri derisi dai marziani.
A leggerle nel loro significato “politico” le parole del papa alludono alla necessità che i cattolici raccolgano le forze e facciano sentire la loro voce. Non a caso il capo dei vescovi italiani, il cardinale Bassetti, qualche giorno fa ha richiamato i cattolici all’impegno politico, in questo momento storico. Un impegno che si richiami ai principi fondamentali del Cristianesimo, cominciando dal rispetto degli uomini senza distinzione di colore e di etnia. Il razzismo di Salvini è chiaro agli uomini di buona volontà, ma è una goccia nel grande mare di odio che minaccia di travolgerci tutti. Il papa di questo parla.
Si vero, Sua Santità Francesco è universale quindi parla al mondo. Si vero “excusatio non petita accusatio manifesta”. Ma Francesco sta in Italia. È come un Dirigente scolastico o un Professore che parlano male degli studenti di oggi o degli insegnanti non più all’altezza dei loro momenti formativi. Quanto penserebbero i suoi colleghi o i suoi ragazzi che il “loro” Preside non li abbia ad immediato riferimento?