Tra modernità, tradizione: e tanta fiducia!

Si chiamano “Tømre med torvtak” le casupole fatte di tronchi e col tetto rigoglioso d’estate e canuto di neve d’inverno.

Una di queste, dall’aria fiabesca, ospita un panificio del tutto singolare: non c’é nessuno all’interno, solo un piccolo forno a legna sempre acceso e file di pane con semi e farine varie e dolci alla cannella, uvetta, zucchero, crema.

Eppure – penso tra me e me- ci sarà un panettiere o una panettiera che, in qualche momento della giornata, impasta, inforna e sforna. Avrà gli occhi blu, braccia forti e mani nodose, guance rosee e capelli imbiancati di farina?

In realtà, non ho mai incontrato nessuno: ogni volta fantastico mentre metto i miei dolci preferiti nel sacchetto di carta. Né “buongiorno” né “quanto le devo?” né “grazie e arrivederci”.

Qui si paga usando il telefono. Manca l’aspetto umano, ma mi perdo ad immaginare. Mi sorprende e affascina che questo sistema – basato su onestà e fiducia- funzioni da anni.

Chiudo la porta: nel sacchetto un poco di tradizione pagata con un click di modernità.


FontePhotocredits: Maria Paradies
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Ho lasciato Andria a 19 anni. Dopo una laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche all’università di Bologna, ho lavorato nel mondo dello sviluppo per qualche anno e poi in quello dell’assistenza umanitaria con ONG, UNICEF e Commissione Europea. Mentre lavoravo, sono riuscita a completare un corso all’università di Harvard in “Leadership, qualità ed equità in educazione” e un master all’università di Bordeaux in Educazione internazionale. Ora sono una consulente freelance per Organizzazioni Internazionali, e non solo. Ho vissuto a Forlì, Dakar, Milano, Torino, Bouaké, Bukavu, Juba, Amman, Erbil, Nairobi. Ora vivo tra Andria e Vinje. Ho smesso di contare i Paesi visitati e gli aerei presi. Non potrei immaginare la mia vita con un solo indirizzo e senza la valigia. Non potrei immaginare per me un lavoro diverso: fare in modo che bambini e bambine in situazioni di crisi e conflitto, rifugiati e sfollati interni, abbiano la possibilità di andare a scuola. Educazione è sviluppo, speranza e un diritto inalienabile. Perché scrivo questa rubrica? Perché vivere e viaggiare è conoscere, scrivere e fotografare, condividere.