Guarda la melagrana! dice il gesto
perentorio della santa. Oltre la finestra
il formicaio del traffico, i pedoni
nello sbilenco evitarsi, e dodici piani verticali
messi uno sull’altro con le finestre dove il cielo
fatica a specchiarsi. Guarda la melagrana!
Sulla scrivania la lettera è firmata, le parole
fanno intuire lacrime, presagiscono un volo,
uno sgraziato annaspare nel vuoto.
Si è fatto il pieno di debiti, ci si è aggrappati
con le unghie agli errori, persino alle preghiere.
Ora la santa Eufemia spalanca la melagrana,
e l’uomo riconosce le nuvole, riconosce
la luce di un’estate e un bambino ignaro,
una giovinezza di splendori, una vita
di infiniti doni, di baci, suoni, una vita
che scende e sale, che a volte vola, a volte frana,
riconosce infine l’indicibile bellezza di una
melagrana.
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