IL GRANDE DONO DI COLTIVARLA, LA GRANDE BELLEZZA DI POTER EDUCARE A VIVERLA
“Nella sapienza c’è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa… Ella, in realtà, è più radiosa del sole e supera ogni costellazione, paragonata alla luce risulta più luminosa; a questa, infatti, succede la notte, ma la malvagità non prevale sulla sapienza”
(Libro della sapienza 13,1-9)
Caro Direttore,
mi è capitato per caso tra le mani un brano del Libro della Sapienza: bellissimo! L’ho letto e riletto più volte perché sono rimasta piacevolmente colpita dalla profondità, dalla completezza delle definizioni, dalla bellezza delle immagini. Ho trovato sempre un particolare nuovo e diverso che mi affascinava. Davvero bello sentir parlare della sapienza in maniera così geniale, completa e precisa… nessun manuale di filosofia, di psicologia o di pedagogia avrebbe mai potuto fare di meglio. Certo qualcuno mi dirà: che scoperta! Stiamo parlando della Parola di Dio! È vero, per noi credenti la Parola ha il suo peso, ma devo dirle che quello che mi ha colpito subito è stata la parola “sapienza” scritta con la lettera minuscola. Ho sempre pensato che si parlasse di Sapienza Divina e che la parola “sapienza” pronunciata nelle letture fosse sempre e comunque scritta con la lettera maiuscola e quindi esclusivamente divina. Forse oso nelle mie interpretazioni ma, leggendo il brano citato, ho inteso la “sapienza” come un dono di Dio per l’uomo, a misura d’uomo, ma con insiti semi e chiarissima prospettiva di santità e di divinità. Potrei sembrare contraddittoria ma, aldilà della fantastica definizione fatta della “sapienza”, è chiaro che qualsiasi dono fatto da Dio all’uomo, a partire dal dono della vita, non può e non deve avere un limite, ma deve assolutamente tendere all’infinito, o meglio, ad una crescita infinita.
E, a pensarci bene, di quanti miracoli sono state capaci le menti umane nel corso dei secoli! Facciamo scorrere nella nostra mente le diverse conquiste scientifiche e tecnologiche, astronomiche e fisiche, musicali ed artistiche… “Solo” 50 anni fa, cosa inimmaginabile, l’uomo ha mosso i primi passi sulla luna e ora, a distanza di “soli cinquant’anni”, possiamo tranquillamente permetterci le videoconferenze da qualsiasi parte della terra (scuole, università, centri di ricerca, trasmissioni televisive) con astronauti che per mesi stazionano tra i diversi pianeti nello spazio. E che dire dei tanti traguardi raggiunti in campo medico? È notizia di solo qualche giorno fa del sofisticato intervento di “Awake Surgery” (chirurgia a paziente sveglio, già avvenuto in altre parti del mondo), effettuato a Cesena su un docente amante della musica jazz che, durante l’operazione di neurochirurgia necessaria per l’asportazione di un tumore cerebrale, ha eseguito alcuni brani al pianoforte tanto da permettere ai medici di individuare e preservare le aree associate all’abilità musicale. Per non parlare del patrimonio artistico che popola tanti angoli del mondo (e noi italiani, siamo privilegiati vista la mole di opere d’arte che circonda ogni angolo del nostro “bel paese”): chiese, palazzi, musei, quadri, sculture, murales, monumenti, e ancora poesie, racconti, libri, opere teatrali, sinfonie musicali, brani, arie, operette, canzoni con musiche e testi spettacolari… l’elenco potrebbe continuare all’infinito! Bè se pensiamo a tutte queste cose, ditemi se non sono vere ed autentiche tutte le definizioni date alla “sapienza”. Ma ci pensiamo mai a quante cose meravigliose e in divenire sono contenute in quello scrigno piccolissimo e prezioso che è l’essere umano sin dalla sua venuta al mondo?
Allora, caro Direttore, forse per deformazione professionale, mi è subito venuto in mente quanto sia grandioso e prezioso, ma anche estremamente delicato, il compito degli educatori e di tutti coloro che hanno a che fare con l’educazione e la formazione dell’uomo, visto quanto ci è stato gratuitamente donato. Quando si riflette sull’educazione, dovremmo provare a liberarci da quelle “certezze” che impediscono di comprendere a fondo la complessità e la ricchezza contenute nelle nostre esperienze.
Spesso siamo rapiti dall’idea di conoscere il modo migliore di far crescere gli altri, convinti che il mondo andrebbe meglio se andasse come diciamo noi. Un amore per gli altri che vorrebbe, per il loro bene, che crescessero come noi ci aspettiamo, ma gli altri non sempre sono come noi vorremmo.
Allora bisogna cambiare paradigma e porci nei confronti degli altri con un atteggiamento di meraviglia per l’infinita bellezza, ricchezza e diversità individuali, alle quali bisogna solo aprire spazi perché si possano manifestare appieno.
Certo, il mio è solo un punto di vista che può che essere relativo e limitato, ma non credo banale. Ritorniamo allora, caro Direttore, all’educare come “far apprendere ad apprendere”. Secondo questa prospettiva, ad esempio, la scuola luogo privilegiato della formazione, educa quando riesce a garantire lo sviluppo della indispensabile capacità di “imparare a imparare”. Si tratta di utilizzare il sapere per stimolare e sviluppare questa fondamentale caratteristica dell’uomo. Allora la scuola diventa “comunità”, “ambiente sociale” in cui l’educazione non viene “impartita” ma è vita vissuta ed esperienza quotidiana. Un luogo dove sia possibile, gratificante, facilitato e più probabile imparare ad imparare imparando. Pensiamo che grande dono e che grande responsabilità hanno quanti sono chiamati ad “educare a vivere la sapienza”! I ragazzi vogliono riappropriarsi del loro spirito, confrontarsi con ciò che è oltre, vivere per ciò che non finisce, vogliono incontrare maestri di vita. Per dirla con le parole del grande maestro Khalil Gibran:
“Il maestro, se egli davvero è saggio, non vi invita ad entrare nella casa della sua sapienza, ma vi guida sulla soglia della vostra mente.”
Allora, buona sapienza da vivere!