Il foglio bianco è sempre sintomo di emozioni contrastanti

Il foglio bianco è sempre sintomo di emozioni contrastanti: un po’ i pensieri si accavallano nella mente e lentamente devono mettersi in ordine per poterli condividere, un po’, affiora il così detto panico del foglio bianco.

Guardare il file aperto, definire i caratteri e poi?

Bisogna iniziare a digitare, facile a dirsi, ma cosa digiti per iniziare?

Pensieri poi, pian piano, prendono ordine, si definiscono, e così, ripensando a vissuti, a cronache, a film, a storie vere e fantasiose, vorrei condividere con voi delle riflessioni su come spendere il denaro. Non voglio fare trattati di economia, per quello ci sono i dotti economisti, politici e filosofi, oltre alle indicazioni di Gesù riprese sapientemente dai papi nelle encicliche e da Papa Francesco quotidianamente. Io vorrei solo leggere questo tema con gli occhi di un ragazzo di vent’anni.

Osservare l’atteggiamento quotidiano di ognuno su come spendiamo i nostri soldi, sia i personali che quelli di cui disponiamo come amministratori, fa riflettere e offre uno spaccato della società. Ora si dice che siamo in crisi; questo a volte mi terrorizza, a volte invece mi chiedo dove sia questa crisi. Siamo circondati da famiglie che sono in serie difficoltà economiche e che non riescono a dare la cena ai propri figli, ma siamo anche circondati da gente che ama spendere e non sa farne a meno.

Oggi si associa la parola “etica” alla parola “economia”, corsi universitari studiano e approfondiscono questa materia “economia etica”, cioè un’economia basata su un management arricchito di valori morali, di politiche più rispettose dell’equilibrio della comunità, dove esiste il rispetto per l’altro e dove ci sia il rispetto delle semplici regole di buon senso della convivenza comunitaria.

Si studia, si scrive e come si vive?

Restare a guardare e non umiliarsi quando ascoltiamo storie di difficoltà e continuare a pensare a se stessi è molto comune nella società che ci circonda. Siamo bombardati dai mass media di esempi che rappresentano una società consumistica, dove è prioritaria l’immagine dell’apparire che fa da copertina all’uomo con i suoi sentimenti e i suoi valori. Oggi sembra che l’essere circondati da “cose” sia necessario, e corriamo per poter soddisfare questa esigenza, senza pensare che probabilmente l’ ”uomo” ha bisogno di altro.

L’uomo è un animale di gruppo che ha raffinato i mezzi di comunicazione e ha sofisticato il cervello nello sviluppo delle relazione affettive emozionali, ma oggi sembrano messe in un angolo ristretto, sembra che ci scordiamo di quanto è bello poter godere delle amicizie, della meditazione, della bellezza del creato, piuttosto che avere “cose”.

Per fortuna esistono persone che aiutano, e per fortuna le conosco, perché fa bene all’animo. Abbiamo tanti esempi pubblicizzati dai mass media che rappresentano una società consumistica dove regna l’apparire e dove si pensa che si è guardati per “l’abito”, e molto pochi esempi pubblicizzati a testimonianza di opere per il bene di altri. Rendere noto spaccati di gente che in silenzio e umiltà regala sorrisi e speranze non fa notizia.

In questo periodo di riflessione religiosa, dove ogni cristiano è chiamato a meditare e a convertirsi, pensieri come questi ti entrano dentro e senti la pochezza dell’essere uomo, e allora domande ti assalgono. Don Geremia si chiede nel suo articolo “dov’è l’uomo”, io mi chiedo perché l’uomo non ama e non si lascia amare, non sarebbe tutto più bello?