Al Teatro Team di Bari

Dopo il successo di critica e pubblico di “Sette Spose per Sette Fratelli”, la compagnia Roma City Musical porta in scena, al Teatro Team di Bari, la nuova versione di “Cabaret” con la regia di Arturo Brachetti e Luciano Cannito, una direzione, la loro, quasi cinematografica corredata da tanti effetti speciali, ponendo l’accento sulla componente estetica.

Tratto da “Addio a Berlino”, un romanzo di Christopher Isherwood, “Cabaret” è un classico del teatro musicale ambientato nella Berlino degli Anni Trenta, durante la salita al potere dei nazisti.

Ispirato anche alla pluripremiata pellicola diretta da Bob Fosse, lo spettacolo non smette di affascinare il pubblico ricordando un’epoca storica attraverso la musica e la danza.

Il plot è incentrato su Sally Bowles (Diana Del Bufalo), primadonna del “Kit Kat Klub”, e del suo amore per Cliff Bradshaw, un giovane scrittore americano conquistato da una nuova Babilonia che, però, non lo ispira, trascinandolo nelle sabbie mobili di una profonda povertà, una paura del futuro che, nel presente, è pieno di luci, colori, musica, gioia di vivere.

Il protagonista è EMCEE (il maestro delle cerimonie – Arturo Brachetti), che ci fa vivere momenti magici, tra sensualità e divertimento, precursore del mondo di oggi, ma vittima delle camere a gas, luce in controtendenza rispetto al buio delle leggi razziali e della catastrofe del Nazismo.

Il soundtrack include brani come “Willkommen” e “Cabaret”, in un’opera che esplora temi di incertezza politica, d’ amore e di libertà personale.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.