I viali del glicine curvano
flessi al riverbero del primo sole.
Aprile si confonde tra un indizio
di salsedine ed un grido
di prònubi. Grida sul mare
anche il nostro ritorno da esuli.
Portiamo la sacra speranza
ci accolga tra gli uomini
una complicità nostalgica.
Ci delude scoprire una tribù
estranea; carpire un sussurro
blasfemo che sillaba apolide.
Ogni confine tace una cesura
finché il sangue fraterno non sembra
più familiare dei sassi franati
sopra reti di ferro o dei fichi
calpestati tra il guizzo di lucertole.
Sottratti all’altrui solitudine
non ci resta che l’aria incenerita
ad accoglierci dietro un’altra curva.
Lungo i viali del glicine
ci inchineremo all’affogar del sole.
Parigi, 03/07/2022