E le discutibili esibizioni della “prof.” Elisa Esposito

Da un po’ di tempo sul web impazza una moda che definire “linguistica” è probabilmente offensivo non solo nei confronti dell’Accademia della Crusca, ma anche e soprattutto verso quei giovanissimi italiani che nella Rete ci sguazzano, consumando ore, giga e neuroni. Si tratta del corsivo parlato, una sorta di slang multidialettale che consiste nello strascicare termini e frasi.

A lanciare questa malsana idea è stata Elisa Esposito, neo influencer che, sfruttando la burrosa corporatura ed una volontaria e costruita immagine da disincantata oca giuliva, ha creato una stereotipata attitudine snob alla comunicazione, l’antipatia del dialogo alla base di una gioventù bruciata dai falsi miti, l’errata consapevolezza adolescenziale di estraniarsi dalla tradizione grammaticale che si impara tra i banchi di scuola. Il corsivo parlato è diventato, così, un sistema di omologazione, e la ragazza che lo diffonde esprime, persino, giudizi sui suoi “allievi”, fomentando, in questo modo, pericolosissime fragilità celate dietro incertezze e dubbi.

Lei, nel frattempo, qualche giorno fa, si è imbarcata in una impresa memorabile: su invito di una emittente radiofonica, si è esibita nella lettura di un brano della Divina Commedia in corsivo parlato, salvo dover ammettere di non sapere chi fosse l’autore dell’opera.

Scrivere in corsivo, invece, è un segno, un tratto distintivo, un’impronta digitale, una firma unica ed irripetibile.

Nell’epoca del click facile, scrivere in corsivo ci aiuta a non dimenticare l’utilizzo della penna, favorendo il lavoro congiunto di mente e corpo verso un unico obiettivo che richiede attenzione e concentrazione, costringendoci a selezionare i concetti più importanti, cogliendo l’essenza di ciò che ascoltiamo. L’attività cerebrale, di conseguenza, sarà libera di sperimentare nuove intuizioni e di elaborare uno spirito critico che personalizzi l’individuo rendendolo in grado di scaricare le tensioni, ridimensionando l’abuso degli smartphone ad un approccio più responsabile e maturo.


FonteFoto di 1045373 da Pixabay
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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.