Se ce lo state raccontando con un post su Facebook vuol dire che siete dei privilegiati

La crescita di un popolo deve passare, necessariamente, dalla comunicazione.

Per carità, ognuno affronta il dolore a suo modo, ve lo dice uno che con il dolore ci convive da sempre. A questo proposito, lancerei un appello agli esperti di conflitti bellici sui social. Un appello accorato, un invito a farsi messaggeri di ottimismo.

Non ci serve a nulla il vostro sterile pietismo, il vostro resoconto dettagliato sulla politica internazionale. Se ce lo state raccontando con un post su Facebook vuol dire che siete dei privilegiati.

Oggi abbiamo bisogno di esempi di vita, testimonianze di umanità, oggi abbiamo bisogno di speranza.

Avete l’occasione di restituirci energia e voglia di andare avanti, non sprecatela, siate portatori di splendida resistenza ed esistenza, solo così onorerete le vittime di tali sciagure!


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.