Solo questione di tempo…

Nello stagno di Paperina erano nati tanti ranocchi; intere generazioni di piccoli girini erano cresciuti in quelle acque, avevano cominciato la loro metamorfosi in sua compagnia e, come tutti, avevano poi seguito le correnti che li avevano allontanati da lei. Molti erano ritornati più e più volte per raccontarle le loro avventure e spesso, lungo le sue scorribande nel bosco di salici, molti ne aveva incontrati; anche loro in cerca di rifugio e indecisi sulla strada da intraprendere.

Ma una cricca come l’ultima nata, non le era mai capitata. Quei girini erano un vero e completo campionario; c’erano i ribelli, quelli che vedendo spuntare i primi abbozzi di zampe pensavano di essere già pronti per la terraferma e che lei, insieme alle sue amiche, doveva cercare di riportare in acqua velocemente per difenderli dal calore del sole e da qualche bel predatore, sempre pronto all’attacco. C’erano quelli che volevano dire sempre la loro e che dovevano avere per forza l’ultima parola anche quando  quella parola era …di troppo; quelli che guardavano tutto e commentavano ogni cosa, ogni particolare con una ironia che tagliava come un coltello appuntito e c’erano anche  quelli le cui zampe tardavano a spuntare e rimanevano un po’ indietro. Erano loro quelli a cui Paperina guardava con più tenerezza; erano loro che avevano ancora bisogno di un sostegno, di una guida costante. Granocchia era uno di questi girini; il più minuto dei minuti; delicata, versetto flebile, sorriso incantevole. Cicì, la papera, si occupava di lei quando Paperina doveva badare alla cricca.

Granocchia non si staccava mai da Cicì.

Nello stagno tutti conoscevano la loro storia: era Cicì che le aveva insegnato come sopravvivere andando a caccia dei piccoli vermetti; come nascondersi quando le grandi carpe facevano la loro passeggiata a riva; come isolarsi dal chiasso della cricca quando aveva bisogno di concentrarsi su se stessa perché per crescere, per diventare un ranocchio come gli altri, Granocchia aveva bisogno di lavorare duro e  le serviva silenzio, impegno, guida.

Lei, con un fermo sorriso e piegando lievemente la testina annuiva ad ogni consiglio, ad ogni “lezione”, ed in silenzio, con dolcezza, ascoltava ed eseguiva.

Un mattino Paperina decise di portare la cricca con sé, in un luogo dello stagno in cui erano stati varie volte, per esercitarsi nella caccia  ai vermetti. Tutti sapevano come fare, anche Granocchia, ma lei lo aveva sempre fatto con Cicì a fianco. Quel giorno era sola, per la prima volta, con tutti gli altri; come tutti gli altri.

Paperina non la perdeva d’occhio; Granocchia, stranamente, non sorrideva molto. Continuava a piegare la testina e ad annuire ma si vedeva che aveva paura di restare a bocca asciutta. Girava e rigirava, provava e riprovava e stava lì, come tutti gli altri,  in silenzio, pronta a colpire.

Al termine della giornata, ognuno di loro  depositò il suo bottino in una cesta, affinché Paperina potesse verificare la bravura dei suoi “cacciatori”, e tornò allo stagno in attesa  della proclamazione dei risultati.

Granocchia, nel depositare il suo bottino, si era scusata:

-Ho fatto del mio meglio – aveva sussurrato – ma temo di aver fatto confusione; forse non sono vermetti, quelli che ho trovato.

-Sta tranquilla -aveva aggiunto Paperina per incoraggiarla- se hai pescato alghette, ne faremo un’insalata di contorno.

Tornarono alla riva e Paperina rovesciò la cesta per analizzarne il contenuto.

Non c’erano alghette, ne rami secchi, né altro che VERMETTI.

Piccoli succulenti vermetti. Alcuni più panciuti degli altri, altri ridotti in cattivo stato; altri proprio piccini ma erano  ciò che ognuno aveva avuto il compito di cacciare. VERMETTI.

Granocchia ce l’aveva fatta; da sola.

Era diventata grande; pronta anche lei ad abbandonare lo stagno per partire verso la sua avventura al di là del canneto come ogni altro ranocchio.

La gioia di Paperina esplose e di colpo si portò via la stanchezza, la delusione, la sfiducia.

Non sai mai quando avverrà. Puoi anche arrivare a pensare che, per te, sarà impossibile che avvenga, ma tutti sono in grado di “andare oltre il canneto”.

Solo, questione di tempo.


FonteIl disegno in copertina è opera di un piccolo girino, Maria Pia Zicolella
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Sono un’insegnante di Matematica e Scienze che adora raccontare ed ascoltare storie. Ho scoperto il potere terapeutico del racconto in un particolare momento della mia Vita e da allora scrivo storie che prendo in prestito dalla realtà. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo libro, È solo questione di tempo. La mia vita, una favola, edito da EtEt, casa editrice con sede ad Andria. Nel 2016 ho frequentato un corso di scrittura creativa con Tommy Dibari, coautore di trasmissioni televisive e scrittore. Nel 2019 viene pubblicato, edito da Progedit, il mio secondo libro, Ti prometto il mare, racconto fiabesco incentrato su storie di donne. Sempre nel 2019 ho frequentato un corso di scrittura creativa con Luigi Dal Cin, autore di libri per ragazzi ed insegnante presso la scuola Holden. Profondamente convinta del valore etico della comunicazione, nel 2019 ho perfezionato le mie competenze con un master in PNL, Programmazione Neuro Linguistica Bio-etica seguito e, nel 2021, con un master in Coaching bio-Etico, conseguiti entrambi presso il centro di formazione Ikos di Bari.