A un anno da un’esperienza che ha lasciato il segno, una cartolina per chi può dire: “Io c’ero!”

Caldo, sole, mare. Le strade piene di bambini che non vanno più a scuola, gli oratori colorati e rumorosi, le domeniche silenziose in città, le spiagge che si riempiono, le campagne che si ripopolano.

Guardo il calendario: luglio.

In un attimo torno con la mente alla scorsa estate e il cuore si riempie al ricordo di quell’esperienza che ha lasciato un segno profondo nella mia vita.

Era il 20 luglio, faceva caldo, e noi, carichi di valigie e aspettative, siamo saliti su un autobus che per le successive 30 ore sarebbe stato la nostra casa. Un po’ increduli, un po’ impauriti, (anche) un po’ tristi ma con l’entusiasmo di chi sa di avere una grande occasione, una grande opportunità. Perché la GMG è tante cose, ma soprattutto è un’Opportunità. E noi lo sapevamo. Solo quello sapevamo.

Abbiamo viaggiato per le campagne, attraversato paesi e sotto l’occhio attento della luna siamo diventati famiglia.

Siamo arrivati e siamo stati Amati. La Polonia ci ha accolto come figli, fratelli, pellegrini, si è presa cura di noi senza mai farci sentire il peso della lontananza, il vuoto dell’assenza.

Ci hanno preso per mano, ci siamo presi per mano, e insieme abbiamo camminato per il mondo, nelle strade di una sola città.

Abbiamo imparato a svuotarci del superfluo, a cercare l’essenziale.

Abbiamo riempito i nostri zaini di immagini, profumi, suoni, colori.

Abbiamo incrociato sguardi, stretto mani, collazionato abbracci, sprecato sorrisi.

Abbiamo maturato certezze.

Abbiamo sognato e desiderato, osservato e ascoltato.

Abbiamo provato a costruire ponti e a distruggere muri.

Abbiamo alzato gli occhi al cielo, cantato e urlato, pregato.

Abbiamo fatto silenzio.

Siamo stati mondo, siamo stati Chiesa.

Siamo stati in viaggio. Siamo stati IL viaggio.

E con i cuori pieni, strabordanti di emozioni, e gli zaini pesanti e i piedi stanchi, abbiamo camminato a lungo.

Quello che resta, dopo un anno, è una valigia di ricordi che mai si svuoterà. Restano le foto, i gadget, le calamite e le cartoline. Restano i rapporti, le relazioni costruite e coltivate in questi mesi. Resta la bellezza. Resta il cuore pieno. Resta la gioia che non si affievolisce, la luce che non si spegne. Resta la gratitudine.

E, oggi, ancora camminiamo.

Siamo pellegrini, in viaggio, in cammino. Pronti a conoscere, a conoscerci, a riconoscerci. Pronti a partire ogni giorno per affrontare i piccoli e grandi viaggi della vita. Con la forza nuova di chi ha imparato ad accogliere la bellezza e la certezza inattaccabile di fare parte di una grande, meravigliosa famiglia.

Noi, pellegrini del futuro.

“Camminiamo insieme verso i nostri sogni benedetti.
Camminiamo, pellegrini del futuro.
Camminiamo…”