«Sono delicata e felice, come un happy meal!»

Il primo del mese Morgan Spurlock scende dal suo appartamento di Manhattan ed entra in un McDonald’s per consumare un’opulenta colazione. Parte così la sceneggiatura di “Super Size Me”, uno spaccato della società americana, controverso documentario, candidato all’Oscar nel 2005. Monitorato da un medico generico, un cardiologo ed un gastroenterologo, il regista ed interprete, Spurlock, segue pedissequamente una dieta basata su hamburger e cibi preconfezionati. Lo scriteriato regime alimentare avrebbe dimostrato al mondo gli effetti collaterali di alcuni fast food dai menù assolutamente poco salutari. Presto, però, le conseguenze sul metabolismo di Spurlock saranno devastanti e il protagonista dovrà vedersela con una forma di dipendenza che lo porterà all’inevitabile depressione.

L’ultimo del mese, di tutti i mesi, da 44 primavere, Loraine Maurer riceve il suo assegno, uno stipendio meritato visto che la Signora, 94 anni, lavora indefessamente, dal 1973, al McDonald’s di Evansville, una cittadina dell’Indiana che, in occasione del compleanno della veterana dipendente, si è riunita, assieme ai ristoratori della Ronald McDonald House Charities of the Ohio Valley, per una festa a sorpresa con tanto di torta e… panini!

Loraine ne va ghiotta e, in barba ai consigli dei migliori nutrizionisti della zona, ne divora a bizzeffe. L’attempata cameriera a quella catena deve tutto e, poi, servendo dietro il bancone diventa inevitabile sbocconcellare briciole sparse qui e là. Lavora per vincere proprio quella depressione che aveva sconfitto Spurlock, produce per lenire un lancinante dolore.

Rimasta vedova in giovane età, Nonna Loraine ha spiegato alla tv “ABC” che l’occupazione alla McDonald’s doveva restare un impiego temporaneo, ma l’elaborazione del lutto richiedeva tempo. Per tutti questi anni Loraine ha ricevuto il conforto di tutti i suoi clienti, che oggi considera la sua famiglia.

Non ha alcuna voglia di andare in pensione, si diverte ancora, le mancherebbe troppo quella quotidianità cadenzata da orari e profumata di fritture e insalate. E a chi le chiede quali credenziali inserirebbe nel suo curriculum, Loraine risponde semplicemente: “Sono delicata e felice, come un happy meal!”