Intervista al parrucchiere medaglia d’oro Giuseppe Pastore

 Si è svolta a Parigi, dal 16 al 19 settembre scorsi, la OMC World Cup, il campionato mondiale per parrucchieri e acconciatori. A trionfare, ancora una volta, dopo l’exploit di una vecchia conoscenza di Odysseo, Giacomo Cannone, è stato un andriese. Giuseppe Pastore, infatti, ha ottenuto una medaglia d’oro in due diverse discipline, due stili accumunati da un’unica esperienza lavorativa, tipologie di taglio che hanno impressionato favorevolmente la Giuria. Giuseppe ha deciso di affidare ai nostri microfoni tutta la sua soddisfazione. 

Ciao, Giuseppe. Che sensazione si prova nel diventare Campione del Mondo?

Ho realizzato il sogno della mia vita. E non c’è sensazione più bella dopo tanto sacrificio e tanta passione…

Classificandoti primo nelle categorie “Gents commercial fashion style” e “Gents fashion” hai portato alto il nome della nostra terra. Da profani di questa che potremmo definire una forma d’arte, quali differenze sostanziali hai potuto riscontrare tra le nostre acconciature e quelle del resto del mondo?

Dal punto di vista tecnico ce la giochiamo con nazioni blasonate come la Germania, la Francia, il Giappone etc… Però, con la massima umiltà, posso affermare che il buon gusto italiano non ha eguali. È una dote che ci contraddistingue in molti settori, tra cui sicuramento il campo delle acconciature!

A chi vuoi dedicare questo traguardo e chi senti di ringraziare?

Il ringraziamento va alla mia famiglia che mi sostiene nei sacrifici giornalieri, al centro U.A.A.M.I. di Napoli, della famiglia Mincione, che ha curato la mia crescita personale e professionale e alla squadra italiana parrucchieri, formatasi presso la surriferita Accademia. Infine, il mio ringraziamento va anche all’Andria Team che mi ha supportato e sostenuto dall’inizio degli allenamenti fino a Parigi.

Cosa distingue la tricologia maschile dalla femminile e quali eventuali difficoltà incontri nell’approcciarti a clienti uomini?

Anche se può sembrare strano, perché si tratta sempre di capelli, sono due binari paralleli che viaggiano di pari passo, ma con caratteristiche differenti. Per sommi capi posso affermare che il coefficiente di difficoltà nel mondo femminile riguarda la colorazione mentre, in ambito maschile, la maggiore difficoltà attiene il taglio e il trovare il giusto equilibrio con la barba.

Quanto è importante curare l’aspetto estetico dei propri capelli?

Al mondo d’oggi l’estetica ha il suo peso. Come in tutti i settori, anche l’occhio vuole la sua parte. Un buon taglio di capelli può rappresentare un biglietto da visita da spendere in tutte le occasioni, dal lavoro giornaliero agli eventi mondani…

Poc’anzi ci hai confessato di esserti formato professionalmente sotto i Fratelli Mincione di Napoli. Insomma, parrucchieri si nasce o si diventa?

Da figlio d’arte posso dire di esser nato parrucchiere e di aver ereditato la passione per la cura delle acconciature da mio padre. Allo stesso tempo, però, aver avuto l’opportunità di crescere sotto l’ala protettiva dei fratelli Mincione, che reputo un’istituzione, ha affinato le mie doti e raggiunto questo straordinario traguardo. A loro, a Gianni Morra e a Nello Fidato va la mia riconoscenza.

Qualche anno fa il nostro giornale si è già occupato del collega e amico Giacomo Cannone, anch’egli Campione del Mondo. Come viene vissuto questo lavoro in ambito territoriale? A prevalere è la cosiddetta “solidarietà di rasoio” o una spietata concorrenza?

Pur lavorando più o meno nella stessa zona, Giacomo Cannone lo conoscevo solo di fama. In realtà, ci siamo presentati per la prima volta a Parigi, in occasione del mondiale, e posso affermare che è una bella persona con cui può instaurarsi un rapporto di solidarietà professionale.

Progetti futuri?

Sicuramente un po’ di riposo! Poi riparte una nuova stagione più forte di prima. L’impegno non manca e non mancherà mai!