Mercoledì 7 marzo presso la Sala ‘Attimonelli’, ad Andria, interverrà Mons. Alberto D’Urso – Presidente Nazionale della Consulta Antiusura

Nel nostro Paese, nelle nostre Città il gioco d’azzardo ha assunto dimensioni molto rilevanti e continua a subire una forte spinta commerciale. Tale comportamento di gioco può sfociare in una dipendenza, vera e propria, da gioco d’azzardo patologico, soprattutto in coloro con un’alta fragilità e vulnerabilità a questa condizione, comportando gravi disagi per se stessi e gravi problemi sociali e finanziari.

È necessario prendere in seria considerazione l’esigenza di introdurre forme di regolamentazione e di tutela della salute e dell’integrità sociale. Il gioco d’azzardo è l’oppio, creato e alimentato da governanti scellerati in stretta complicità con le multinazionali del gambling per narcotizzare il disagio sociale culturale ed economico di milioni di persone e ingrassare le file della povertà illudendo i tanti assetati di speranza.

“L’azzardo è un cancro sociale”, secondo Papa Bergoglio, che lo definisce “un flagello al pari del narcotraffico”.

Il gioco d’azzardo, è una trappola che ogni giorno, ogni istante cattura, con i suoi tentacoli, giovani e adulti in ogni zona d’Italia.

Assistiamo impotenti a gesti disperati di uomini, donne, giovani, anziani trasportati in questo terribile baratro. Dipendenza che porta con sé conseguenze drammatiche, a volte senza via di ritorno: spaccature familiari, debiti, usura, perdita del lavoro, attività illegali.

Qualcuno ha definito il gioco d’azzardo come l’eroina del nuovo millennio, forse è anche peggio. Perché negli Anni in cui, la faceva da padrona, l’eroina rovinava i più giovani, mentre l’azzardo avvelena indistintamente tutti, anche i minori e gli anziani.

I problemi forgiati dalla “ludopatia” non si limitano solo a quelli economici, finanziari influiscono, anche, sull’intero complesso di relazioni della vita quotidiana. La seduzione del gioco penetra viscidamente nella vita delle persone, ovunque vi sono opportunità e il gioco è abbondantemente diffuso e accettato, ed persino pubblicizzato massicciamente.

Assistiamo ad una schizofrenia in cui lo Stato da un lato invita al gioco incassando parte dei proventi, dall’altro spende denaro pubblico per “disintossicare” i giocatori. Il gioco d’azzardo patologico, non travolge solo giocatore, ma coinvolge tutto l’insieme delle sue relazioni: la famiglia, le amicizie, il lavoro…

Qual è la risposta al senso di responsabilità, che dovrebbe vestire la politica e quanti la esercitano? A nessuno è consentito di assistere indifferenti ad un tale degrado e decadimento.

È evidente che non c’è altra possibilità che affrontare il problema sul piano culturale. È necessario in-formare anziani, uomini, donne e ragazzi di ogni età sui reali rischi che si nascondono dietro il “fascino e piacere” del gioco d’azzardo.

A distanza di circa tre mesi dall’inaugurazione, ad Andria, del primo sportello di contrasto al gioco d’azzardo gestito dalla Comunità “Migrantesliberi”, con la collaborazione della Casa di Accoglienza “S. Maria Goretti” della Diocesi di Andria, in via Pellegrino Rossi 41, ad Andria, – promuove il convegno: “Gioco d’azzardo patologico conoscerlo per evitarlo e il Di-Interesse della politica”, mercoledì 7 marzo, a partire dalle ore 18,30, presso la sala P. Attimonelli (adiacente l’albergo Albergo dei Pini) ad Andria.

Lo sportello “Vinco io”, è operativo in via Pellegrino Rossi, 41, ad Andria, il martedì e giovedì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle 16.30 alle 19.30, ma sempre raggiungibile contattando il: 333 64 66 548 oppure il numero verde 800589346. Un gruppo di persone esperte offre percorsi terapeutici, di accompagnamento, vicinanza e assistenza, e parallelamente, svolge attività di prevenzione, informazione e sensibilizzazione all’interno delle famiglie, delle scuole, parrocchie, associazioni, centri di aggregazione…


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So che tutto ha un senso. Nulla succede per caso. Tutto è dono. L'umanità è meravigliosa ne sono profondamente innamorato. Ciò che mi spaventa e mi scandalizza, non è la debolezza umana, i suoi limiti o i suoi peccati, ma la disumanità. Quando l'essere umano diventa disumano non è capace di provare pietà, compassione, condivisione, solidarietà.... diventa indifferente e l'indifferenza è un mostro che annienta tutto e tutti. Sono solo un uomo preso tra gli uomini, un sacerdote. Cerco di vivere per ridare dignità e giustizia a me stesso e ai miei fratelli, non importa quale sia il colore della loro pelle, la loro fede, la loro cultura. Credo fortemente che non si dia pace senza giustizia, ma anche che non c'è verità se non nell'amore: ed è questa la mia speranza.

1 COMMENTO

  1. La tua firma, Geremia, è una garanzia della bontà dell’articolo. Complimenti! Leggendolo, con la mente sono andato alle vicende di un caro amico disoccupato da sei anni, Michele, la cui suocera sperpera la magra pensione nell’illusione delirante di cambiare condizione economica, e precipita, invee,trasciando se stessa e l’intera famiglia ddi sua figlia, in un baratro di sofferenze.

    Una energica battaglia su questa tematica da tempo sta portando avanti Don Mimmo Marone, a San Ferdinando,mentre il silenzio della politia e dei cittadini è allarmante ed allucinante.

    Mi auguro di poter essere presente all’intervento di Mons. D’Urso e di conoscesrti personalmente.

    Passando ad altro. A distanza di due mesi ricordo ancora con piacere il tuo lucido ed emozionante pezzo “Il volto di Dio negli ultimi” pubblicato dalla Gazzetta il 24 dicembre 2017. MI riportò alla mente le parola di una giovane oncologa originaria di San Ferdinando che vede nei suoi ammalati il voltoi e le sofferenze del Cristo.

    Grazie
    Un abbraccio
    Domenico

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