È apparso per la prima volta quest’anno, sul sito di Prospettiva Persona, un indice completo dei Cahiers Simone Weil, che è la rivista trimestrale edita dall’Association pour l’étude de la pensée de Simone Weil.

L’Index genéral des Cahiers Simone Weil è stato creato e curato da Gabriel Maes sulla base dei 39 tomi della rivista pubblicati dal giugno 1978 fino al giugno 2016.

Una volta aperte le 439 pagine dell’indice (divise in due parti), tuttavia, ci si trova davanti ad un’opera immensa, ben più di una semplice “indicizzazione” delle riviste edite dall’associazione weiliana (peraltro già pubblicata nel 2015 a cura di Marie-Nöelle Chenavier).

L’indice riporta infatti i riferimenti degli articoli apparsi sui Cahiers tra il 1978 e il 2016, organizzandoli su due diversi livelli di ricerca o chiavi di lettura: per nozioni o concetti rinvenibili nei Cahiers (“Index des notions”, compreso tra pag. 87 e pag. 227 della prima parte) e per nomi propri, di autori e di luoghi, di cui si trova riferimento nei Cahiers (“Index des noms propres”, compreso tra pag. 1 e pag. 117 della seconda parte).

Il tutto viene preceduto dall’elenco degli scritti di Simone Weil e delle opere dedicate all’autrice menzionate nei Cahiers (compreso tra pag. 6 e pag. 86 della prima parte), nonché seguito da un sommario della vita associativa weiliana e dei riferimenti artistici all’opera e alla vita di Simone (compreso tra pag. 118 e pag. 194 della prima parte).

Si tratta di un lavoro costruito con la sapienza e la pazienza di un artigiano. Con la sapienza di chi è entrato così a fondo dentro al pensiero di (e su) Simone Weil da non aver paura di governare una mole così immensa di materiale; con la pazienza di chi ha governato quel materiale pezzo per pezzo, mattone su mattone, per decenni, per migliaia di ore di lavoro, raccogliendo, scomponendo, riunificando, classificando.

Un’opera nata e uscita nel silenzio, come ogni autentico dono, senza la pretesa di diventare altro (attualmente non esiste, purtroppo, una versione cartacea dell’indice di Maes) e con l’umiltà di chi va avanti a dire “l’imperfection est, dans ce travail, absolument insurmontable”. E questa insormontabile imperfezione ha per il lettore (non importa se studioso di Simone Weil o semplice curioso) un sapore antico, così “anti-twitter”, così denso di quella “decreazione creativa” di impronta weiliana.

Ho avuto il privilegio di conversare a distanza con Gabriel Maes, di sapere qualcosa di più del suo lavoro e dell’uomo che si nasconde dietro all’ “autore del primo indice dei Cahiers Simone Weil”.

Vorrebbe raccontare la storia del suo indice?

L’indice nasce come un lavoro puramente personale. Personale non in quanto limitato ai miei interessi – al contrario – ma in quanto era, all’inizio, un promemoria dove annotavo, in ordine alfabetico, i temi più significativi che emergevano dai Cahiers Simone Weil. Essenzialmente, quindi, l’indice è nato come indice di concetti. Con il passare degli anni, mano a mano che quest sorta di rubrica prendeva forma e si estendeva, ho immaginato che potesse essere utile anche ad altri studiosi ed autori. E così ho iniziato a raffinare il lavoro, a diversificarlo, ad ampliarlo.

Quando ne ho parlato, per caso, con Attilio Danese, lui mi ha proposto di pubblicarlo sul sito di Prospettiva Persona, suggerendo di strutturare l’indice così come oggi appare. Da quel momento, è iniziato un lungo lavoro di revisione, ampliamento e suddivisione in capitoli. Ci tengo a precisare che non si tratta di un indice dell’opera di Simone Weil, ma di un indice sui Cahiers Simone Weil. Al tempo stesso, però, l’indice raccoglie tutti i riferimenti a persone, opere ed eventi di cui si trova eco nei Cahiers e, quindi, finisce per essere una finestra sul “mondo weiliano”.

 Quando ha conosciuto Simone Weil?

Ho iniziato a sentire parlare di Simone al liceo, quando avevo 16 anni, ma ho iniziato a leggerla intorno ai 20 anni. Rimasi scosso dalla bellezza de La pesanteur et la grâce. Mi diede la sensazione di qualcosa di insuperabile, la stessa vertigine che mi diedero soltanto Kafka e, anni dopo, Kierkegaard e Pascal. Ho letto Attente de Dieu, quando mi trovavo a Lovanio, intorno ai 25 anni. Ma è stato ad Anversa che ho cominciato a leggere poco a poco, libro dopo libro, sistematicamente, l’opera di Simone Weil, comprando tutto quello che trovavo in libreria. In quel periodo, un amico mi regalò Pensées sans ordre concernanat l’amour de Dieu. Continuo a rileggerlo incessantemente.

Un momento molto importante del mio percorso di lettura di Simone è stato quando ho ritrovato dentro i Cahiers de Marseille, intuitivamente, “fiutandoli”, tutti i passaggi rielaborati e interpolati poi da Gustave Thibon in quella che è diventata La pesanteur et la grâce. Accadde poco prima che Marie-Annette Fourneyron pubblicasse nei Cahiers Simone Weil i risultati della sua ricerca sul testo di Thibon. Questa scoperta è stata decisiva e mi ha portato a concludere (insieme con Annette) che La pesanteur et la grâce è un’opera essenzialmente divulgativa del pensiero di Simone Weil, che non ha molto di scientifico e di affidabile.

Che cosa è stato a colpirla, del pensiero di Simone?

A colpirmi, di Simone, non è stata un’idea o un pensiero, ma il sentimento profondo, la sensazione insondabile e totale di toccare, attraverso un’espressione limitata e finita, la trascendenza, l’infinito, la beatitudine della verità.

Come ha conosciuto l’Association pour l’étude de la pensée de Simone Weil?

È stato André Devaux a spingermi a mettere in pratica i miei studi su Simone Weil, convincendomi a partecipare per la prima volta ad un colloque international organizzato dall’Association pour l’étude de la pensée de Simone Weil (a Chantilly, nel 1996). Da allora, sono diventato un membro attivo dell’Associazione. Se non fosse stato per André Devaux, mi sarei probabilmente accontentato di leggere Simone Weil – come un weiliano “passivo” – e mai di scriverne.

Pensa di continuare ad aggiornare l’indice, mano a mano che usciranno nuovi Cahiers?     

Sto già aggiornando l’indice e continuerò a farlo finché ne avrò le energie e, ovviamente, fino a quando i Cahiers continueranno ad uscire.

Chi è Gabriel Maes?

Sono nato a Wijtschate, nelle Fiandre Occidentali, il 13 gennaio del 1942. Sono cattolico, credente. Mio padre era di lingua olandese, mia madre di lingua francese. Ho studiato – tanto in francese quanto in olandese – filosofia, teologia, filologia romanza ma sono sempre stato insegnante di francese. Prima ad Anversa, nella scuola ebraica Jesode Hatora, in diversi licei e presso famiglie, poi in Algeria, a Collo. Dal 1973 al 1982, sono stato assistente presso l’università di Anversa. Non ho mai completato la mia tesi di dottorato, su Lanza del Vasto, troppo preso com’ero dall’insegnamento. Ho continuato ad insegnare francese in un collegio di Lokeren (nella regione fiamminga del Belgio) fino a quando non sono andato in pensione, nel 2004.

Sono autodidatta per natura: ho imparato a leggere in italiano, in tedesco, in spagnolo, in catalano, in portoghese – semplicemente leggendo, senza usare alcuna grammatica. Per formazione, sono dedito all’apprendimento e all’insegnamento delle lingue, ma la mia passione, la mia inclinazione naturale, mi porta verso la filosofia.

Mi sono sposato nel 1971 e ho avuto due figli. Dopo la fine del mio primo matrimonio, ho cresciuto da solo i miei figli, dalla loro prima infanzia fino all’università. Poi mi sono innamorata di Trees, la donna che adesso è mia moglie. Ci siamo sposati un anno fa, dopo aver vissuto insieme per 10 anni. Insieme eravamo già molto felici, ma sposarci è stato un bonheur de plus.

Un bonheur de plus è quello che restituiscono a noi le pagine dell’Index – pagine che ogni studioso di Simone Weil da oggi potrà tenere accanto, trovandoci forse – oltre ai nomi degli autori meno noti o dei colloques meno “blasonati” – una ragione per restituire al mondo, con il proprio lavoro, quello che la meravigliosa fatica di Gabiel Maes ha donato a tutti.

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Fontehttps://flic.kr/p/aAAPdi
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Dopo aver guardato, per un po', l'Italia da Chicago, ora la guardo da Imola, dove da un anno e mezzo lavoro come avvocato per uno studio legale commerciale internazionale. Mi sono laureata in Giurisprudenza a Trento e a Trento sono diventata Dottore di ricerca in Studi Giuridici Comparati ed Europei, con una tesi di filosofia del diritto su Simone Weil. Ho scoperto che Itaca è come tutto si collega dentro di noi, perché anche i contratti di leasing finanziario e la filosofia della decreazione di Simone Weil possono stare e parlare insieme.