Ai papà che restanto e a quelli che vanno. Ai papà che lo sono e a quelli che lo saranno…

Festa del papà. Papà, parola breve e intrisa di significato. La p non è la prima lettera del vocabolario, ma papà è una delle prime parole che un bambino pronuncia.
Quando penso a questa parola mi vengono in mente le sue mille tonalità di colore. Penso ai padri della nostra Costituzione e Repubblica: Enrico de Nicola, Alcide de Gasperi, che ci hanno reso uomini più liberi concedendoci la libertà di scelta ed opinione, toltaci durante il fascismo e la guerra. Penso ai padri confessori, non solo a quelli che “ci liberano dai peccati”, ma a quelli che ci ascoltano perché non può che essere così. Penso ai padri che vanno via, chi perché sente il peso di una responsabilità troppo grande: la vita altrui, quella che cambia la tua vita, che non ti fa dormire la notte, che ti provoca pensieri e turbamenti, quella che ti scompiglia le giornate; e penso a chi invece va via per sempre senza poter far nulla, quasi come se aggrapparsi alla vita non servisse.

Poi penso a mio padre, la mia roccia. Parlare di lui in poche righe sarebbe riduttivo. Mio padre è: “Alessandra, come stai, hai dormito bene? Sei felice? Sei stanca? Hai mangiato? Com’è andata a scuola? Ti piace il nuovo libro di…?” Mio padre è il sorriso rassicurante, la mano ferma che mi accompagna da bambina, papaveri e papere in un lungo corridoio per farmi addormentare, è “l’isola di Wight… è per noi l’isola di chi ha negli occhi il blu di una gioventù”.

Mio padre è “non aver paura, credi nei sogni, ma attenta a non cadere”.
Da bambina imparavo a memoria la poesia del papà , oggi non si fa più .

Troppi papà vanno via e troppi bambini sono soli in questa società a volte così dura. Il mio pensiero vola a chi accetta con sacrificio le difficoltà di una responsabilità cosi grande, quella della vita messa al mondo; vola a quei papà che si svegliano presto la mattina e non hanno paura di “combattere” per un futuro migliore per i propri figli; vola agli uomini della Siria, papà in trincea, ai papà sui barconi in fuga, ai papà che non perdono mai il sorriso pur di veder sorridere i propri figli, ai papà diventati nonni, ai miei nonni e agli uomini che diventeranno papà, ai quali dico di non aver paura perché “la vita è un dono straordinario”.