Settecentotrentacinque giorni e 38 Gran Premi sono passati dall’ultima volta della Ferrari in prima fila, ma finalmente possiamo dirlo: Ferrari is back.
Bisogna risalire all’ormai lontano 1956 per trovare un altro pilota della Ferrari, l’argentino Juan Manuel Fangio, che all’esordio nelle prime due gare incamerò un 1° e 2° posto. Questa volta è un tedesco a scrivere la storia: Sebastian Vettel, nelle due gare d’esordio, ha messo a segno un 3° (Melbourne, Australia) e un 1° (Sepang, Malesia) posto segnando così la storica rinascita della Ferrari.
Vettel, pilota classe 1987, è arrivato in Ferrari dopo una stagione non tanto esaltante alla Red Bull, ma il passaggio alla guida della Rossa sembra essere nato sotto una buona stella.
Infatti, con sole due gare all’attivo con i colori del Cavallino Rampante, Vettel è già nel novero dei migliori piloti che hanno corso per la Ferrari. La SF15-T è un’ottima macchina e a conferma di ciò abbiamo i risultati ottenuti in questo inizio di stagione 2015 che, se confrontati con quelli delle prime volte degli altri campioni del mondo che hanno corso con la Ferrari (gente del calibro di Prost, Mansell, Lauda e Ascari), risultano essere di tutto rispetto. Basti pensare a un fuoriclasse come Michael Schumacher che, con una F310 che non aveva nulla a che vedere con la SF15-T, ottenne la sua prima vittoria con la Rossa solo al settimo Gran Premio disputato.
Il successo attuale della Ferrari è fondato anche sulla grande tradizione della scuderia, su uno studio anticipato del progetto 2015 (iniziato già a metà della scorsa stagione) e sul miglioramento di tutto ciò che non ha funzionato negli ultimi anni. La nuova gestione ha inserito alcuni uomini giusti e l’idea di far lavorare la squadra in modo più omogeneo, ricreando spirito di squadra.
Artefici principali di questo successo sono: Maurizio Arrivabene (nuovo Responsabile della Gestione Sportiva Ferrari), scelto personalmente da Marchionne per procedere ad un rinnovamento radicale della struttura di Maranello; James Allison (direttore tecnico e progettista della vettura); Mattia Binotto (responsabile della Power Unit, ovvero una sorta di “motore termico” introdotto in Formula 1 nel 2014 per combinare il classico motore turbo con un recuperatore di energia cinetica); Lorenzo Sassi (chief designer motori).
Non c’è però possibilità di rilassarsi in quanto incombe il GP di Cina in cui si avrà un sostanziale cambiamento climatico: dal caldo torrido malese al clima un po’ più mite di Shanghai.
La terza gara potrebbe essere la cartina di tornasole delle reali possibilità della Ferrari di competere per il titolo. La Malesia è stata una débâcle della Mercedes, leader negli ultimi anni, oppure la Ferrari ha veramente progettato una vettura strepitosa? Tra poche ore ne sapremo di più!