Si chiama Sissi Catino la embriologa clinica andriese, laureata in biotecnologie mediche ed esperta in fecondazione assistita, da poco nell’equipe della clinica Wasterstone di Cork, in Irlanda. Qui da noi la pratica della fecondazione assistita richiede lungaggini temporali e burocratiche, per questo motivo molte coppie italiane migrano all’estero per cercare una gravidanza. A parlarcene è la stessa Sissi.

Ciao, Sissi. Cosa ti aspetti, dal punto di vista lavorativo, dalla tua esperienza nella clinica Wasterstone di Cork?

Dal punto di vista lavorativo mi aspetto di crescere tanto. Voglio imparare ogni minimo dettaglio di questo mestiere e farlo mio. Voglio continuare a studiare, a scrivere articoli scientifici e mi piacerebbe anche approfondire le mie conoscenze in ambito genetico. Non escludo la possibilità di continuare i miei studi nell’ambito della genetica medica e della biologia della riproduzione, magari all’Università di Cork.

Quali sono, a tuo parere, le principali differenze tra la fecondazione assistita trattata in Italia e quella praticata all’estero?

In Italia la fecondazione assistita è accessibile solo a coppie infertili, sposate o conviventi ed eterosessuali. In Irlanda, come in molti altri paesi, c’è più inclusione e infatti la fecondazione assistita è consentita anche a coppie omosessuali e alle donne single. Inoltre, sebbene in Italia dal 2014 la legge abbia consentito la fecondazione eterologa (ovociti e/o spermatozoi provenienti da donatori), lo Stato non agevola la donazione di questi ultimi, perciò le cliniche sono costrette ad acquistare i gameti (o direttamente gli embrioni) da cliniche estere, allungando notevolmente i tempi di attesa per una coppia. Questo è anche il principale motivo per cui molte coppie italiane migrano all’estero per cercare una gravidanza.

In questo senso, il concetto di maternità nella Donna è più vicino a dinamiche fatalistiche o alla fede nella ricerca scientifica?

La fecondazione assistita purtroppo per molte coppie è ancora un tabù, soprattutto nel sud Italia. Molti pazienti non sanno nemmeno chi c’è e cosa succede in un laboratorio di fecondazione in vitro. All’interno di questi laboratori ci lavorano gli embriologi: biologi altamente competitivi in materia di biologia della riproduzione. Gli embriologi prendono in carico i gameti dei pazienti e se ne occupano fino all’ottenimento dell’embrione che poi verrà trasferito in utero o crioconservato. Questa disinformazione si riflette anche nella diffidenza che diverse coppie hanno verso questo settore, ma per fortuna la ricerca continua ad avanzare e questo pian piano sta consentendo a moltissime persone di coronare il loro sogno di genitorialità.

Progetti futuri?

Per il momento il mio progetto futuro è “soltanto” partire per l’Irlanda e prendermi tutto ciò che questa esperienza avrà da offrirmi. Non vedo l’ora di crescere come persona, imparare bene l’inglese e diventare brava in questo lavoro che ho scelto, e che mi appassiona dal primo giorno. Voglio godermi il presente, non mi piace pianificare troppo il futuro perché alla fine le cose più belle succedono senza preavviso, quando meno te lo aspetti. Mi piace l’idea di partire e di non sapere bene cosa mi aspetta. Ecco, forse l’unico progetto che ho per il mio futuro è quello di continuare a cercare e a coltivare questa sensazione che mi sta dando la spinta per mettermi in gioco e uscire dalla mia comfort zone.


FonteFoto di Deon Black su Unsplash
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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.